Sto prendendo in seria considerazione la possibilita’ di fare un salto in libreria per comprare l’ultima fatica letteraria di Buttafuoco, che poi chissa’ perche’ la si definisce fatica .
Quando una cosa e’ fatta per diletto, e cosi’ mi pare che gli scrittori lavorino, dovrebbe essere piu’ un piacere che un dovere .
Lo avevo scoperto nelle capatine Eurasiatiche televisive, mentre stavo in Arabia, e mi ero ripromessa di leggermi tutti i suoi libri appena rimesso piede sul suolo natio .
Quello di comprare l’opera omnia a scatola chiusa comunque, non e’ sempre una mossa del tutto azzeccata .
Lo feci con Salman Rushdie del quale molto si parla per il capolavoro che gli valse la fatwa, ma che poi alla fine come me, nessuno conosce .
Confidando nel fatto che gli Indiani sono bravi a raccontare storie , e sono quelli che piu’ mi mancano in questa terra ormai a me sconosciuta, presi circa tre novelle tre .
Le iniziai tutte e tre, ma non riuscii ad andare oltre la decima pagina di ciascuna .
Era una roba indescrivibile , ma probabilmente la conferma che a parte la condanna a morte, poco aveva per essere celebrato .
Di novelle l’Arabia e’ piena .
Gli scaffali delle librerie abbondano di qualsiasi cosa faccia fuggire dalla realta’, da Paulo Coelo a Deepak Chopra .
E per un po’ ha funzionato .
Poi pero’ sono arrivate le primavere Arabo-Americane e l’incantesimo si e’ rotto .
Ora i miei numerosi ed affezionati lettori si chiederanno il perche’ di cotanto dilemma sull’andare o no in libreria .
E’ che a Muscat ero abituata a Borders, che piu’ che una libreria e’ una citta’ con DVD (avevo typpato video cassette per errore, io sono antica) e angolo bar .
Era semplicemente un sogno andarci . E siccome i sogni finiscono all’alba, da poco mi e’ giunta notizia che Borders ha chiuso .
Pare che tutta la catena sia fallita . Era un progetto troppo ambizioso .
Quindi andare alla Feltrinelli piu’ vicina, io che non sto a Roma o a Milano, e’ un’angoscia, perche’ e’ praticamente un buco .
Finisco di girarla in meno di un quarto d’ora .
Il problema vero e’ che non leggo piu’ l’Italiano .
Non mi sono ancora riabituata (e non lo scrivo nemmeno, in caso non fosse ancora chiaro).
Lingua bellissima per carita’, ma troppo lunga, troppo ampia .
E non e' che quando andavo a scuola fossi una scrittrice .
Beccavo sempre qualche blu, perche' usavo uno stile troppo giornalistico diceva la prof .
E allora che ce li facevano leggere a fare, gli articoli di giornale, se scrivere allo stesso modo era peccato, mi chiedo .
E pure sta cosa degli errori colorati .
Mi pare che blu fosse meno 1 e rosso meno mezzo .
Gli errori, piccoli o grandi son sempre errori .
L’Inglese e’ piu’ coinciso, piu’ pratico .
Una volta che ti abitui a pensare direttamente in Inglese , il discorso scorre da se’ .
Che poi il mio e’ basico, ma efficace .
All’estero spesso mi fanno i complimenti . Mi dicono che per essere Italiana lo parlo troppo bene . Pero’ forse sfottono .
Un Italiano una volta mi disse, ma dove l’hai imparato ?
Non dirmi a scuola che non ci credo .
E invece credici .
Ecco quindi , se adesso compro l’opera omnia di Buattafuoco in Italiano, gliela faro’ a leggerla ?
Spero di si .
Mi pare l’unico Italiano che non costruisce barriere mentali tra culture e religioni .
A parte le piazzate in mutande con Ferrara, lo stimo proprio st’uomo .
Adesso ci penso , se fare o no questo salto in libreria .
Quando una cosa e’ fatta per diletto, e cosi’ mi pare che gli scrittori lavorino, dovrebbe essere piu’ un piacere che un dovere .
Lo avevo scoperto nelle capatine Eurasiatiche televisive, mentre stavo in Arabia, e mi ero ripromessa di leggermi tutti i suoi libri appena rimesso piede sul suolo natio .
Quello di comprare l’opera omnia a scatola chiusa comunque, non e’ sempre una mossa del tutto azzeccata .
Lo feci con Salman Rushdie del quale molto si parla per il capolavoro che gli valse la fatwa, ma che poi alla fine come me, nessuno conosce .
Confidando nel fatto che gli Indiani sono bravi a raccontare storie , e sono quelli che piu’ mi mancano in questa terra ormai a me sconosciuta, presi circa tre novelle tre .
Le iniziai tutte e tre, ma non riuscii ad andare oltre la decima pagina di ciascuna .
Era una roba indescrivibile , ma probabilmente la conferma che a parte la condanna a morte, poco aveva per essere celebrato .
Di novelle l’Arabia e’ piena .
Gli scaffali delle librerie abbondano di qualsiasi cosa faccia fuggire dalla realta’, da Paulo Coelo a Deepak Chopra .
E per un po’ ha funzionato .
Poi pero’ sono arrivate le primavere Arabo-Americane e l’incantesimo si e’ rotto .
Ora i miei numerosi ed affezionati lettori si chiederanno il perche’ di cotanto dilemma sull’andare o no in libreria .
E’ che a Muscat ero abituata a Borders, che piu’ che una libreria e’ una citta’ con DVD (avevo typpato video cassette per errore, io sono antica) e angolo bar .
Era semplicemente un sogno andarci . E siccome i sogni finiscono all’alba, da poco mi e’ giunta notizia che Borders ha chiuso .
Pare che tutta la catena sia fallita . Era un progetto troppo ambizioso .
Quindi andare alla Feltrinelli piu’ vicina, io che non sto a Roma o a Milano, e’ un’angoscia, perche’ e’ praticamente un buco .
Finisco di girarla in meno di un quarto d’ora .
Il problema vero e’ che non leggo piu’ l’Italiano .
Non mi sono ancora riabituata (e non lo scrivo nemmeno, in caso non fosse ancora chiaro).
Lingua bellissima per carita’, ma troppo lunga, troppo ampia .
E non e' che quando andavo a scuola fossi una scrittrice .
Beccavo sempre qualche blu, perche' usavo uno stile troppo giornalistico diceva la prof .
E allora che ce li facevano leggere a fare, gli articoli di giornale, se scrivere allo stesso modo era peccato, mi chiedo .
E pure sta cosa degli errori colorati .
Mi pare che blu fosse meno 1 e rosso meno mezzo .
Gli errori, piccoli o grandi son sempre errori .
L’Inglese e’ piu’ coinciso, piu’ pratico .
Una volta che ti abitui a pensare direttamente in Inglese , il discorso scorre da se’ .
Che poi il mio e’ basico, ma efficace .
All’estero spesso mi fanno i complimenti . Mi dicono che per essere Italiana lo parlo troppo bene . Pero’ forse sfottono .
Un Italiano una volta mi disse, ma dove l’hai imparato ?
Non dirmi a scuola che non ci credo .
E invece credici .
Ecco quindi , se adesso compro l’opera omnia di Buattafuoco in Italiano, gliela faro’ a leggerla ?
Spero di si .
Mi pare l’unico Italiano che non costruisce barriere mentali tra culture e religioni .
A parte le piazzate in mutande con Ferrara, lo stimo proprio st’uomo .
Adesso ci penso , se fare o no questo salto in libreria .
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