Alla luce delle proteste delle ultime settimane appare più chiaro l'obiettivo della visita dell'Ambasciatore dell'Unione. Un monito più che una minaccia vera e propria.
L'interferenza degli attori stranieri di nuovo citata nel discorso al mausoleo di Farhat Hached, assieme alle accuse di terrorismo mosse agli attivisti di recente arrestati, presenta un Kaies Saied non particolarmente preoccupato dalla situazione ma consapevole del fatto che qualcosa si sta muovendo.
Se è troppo presto per parlare di compattamento delle opposizioni è comunque da tenere d'occhio lo sciopero generale che dovrebbe dare sfogo alle rivendicazioni di varie categorie che lamentano disagi di tipo economico e sociale oltre alla repressione dei diritti.
A Gennaio, o anche prima, la struttura commerciale e culturale abilmente costruita dall'Ambasciatore italiano per consentire un ottimale livello di controllo sul dossier migranti potrebbe essere messa alla prova.

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