Le dichiarazioni belligeranti TRT live del ministro degli esteri turco contro lo staterello in cerca di gloria sotto lo scudo americano hanno fatto affiorare difficoltà ed incertezze circa il raggiungimento di un equilibrio che per forza di cose deve ancora passare attraverso il fronte militare .
Una presenza estranea agli sviluppi che hanno portato alla situazione attuale renderebbe lo scenario (più) caotico. Comprometterebbe gli sforzi messi in campo dai turchi nelle trattative per arrivare ad un compromesso soddisfacente sul riposizionamento dell' esercito di curdi creato ed addestrato dagli americani. Il destino del pacchetto di foreign fighters presenti nelle loro prigioni è uno snodo importante.
Il viaggio del ministro Tajani non può fare dimenticare i fallimenti sul fronte diplomatico e dell' intelligence di un Paese che in Siria si è fatto vedere negli ultimi anni, attraverso mediatori, soprattutto per recuperare ostaggi . L' appoggio promesso ad Assad è stato l' ultimo atto di una presenza più virtuale che reale.
Un primo passo era necessario. Bisogna dare atto al ministro di averci messo la faccia.
I sauditi sono già sul campo con i loro ospedali. La sanità è un settore martoriato.
Un pensierino ce lo avranno già fatto Alfano e Ghribi.
Gli scambi servono innanzitutto a garantire presenza ed informazioni puntuali di cui evidentemente l'Italia non è ancora in possesso.
Il primo approccio necessita comunque del sostegno dei Paesi che sono in forma stabile sul campo.
L' intervento di Bishara Al JazeerA introduce un secondo elemento di preoccupazione per turchi e qatarini. L' utilizzo della Siria come terreno di incontro-scontro tra i Paesi dell' unione e tra questi e l'amministrazione americana.
È di buon senso il consiglio di mettere da parte la tecnica dei paletti su diritti umani e minoranze .
Come ha potuto verificare di persona il nostro ministro nel corso degli incontri con le rappresentanze locali, la Siria è un Paese costruito su differenze che riescono a convivere.
Intromissioni e piccoli ricatti verrebbero a danneggiare equilibri fragili sui quali si può comunque lavorare .
Commercio e migranti richiedono collaborazione e supervisione. Non interferenze.
Le riforme si faranno. Le faranno i Siriani.
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