Se i nostri giornalisti fossero caduti in mano ai russi come ne sarebbero usciti?
Di certo non grazie alle triangolazioni necessarie per questo tipo di operazioni.
Il rientro immediato era l'opzione più logica.
Il governo attuale si muove con la consapevolezza di non essere all'altezza.
E quindi punta ai piccoli passi.
Mentre il deputy spox della difesa americana sosteneva l'avanzata di Kursk come legittima difesa, il ministro italiano si rammaricava della pace più lontana. Traspariva dalla riflessione non tanto la preoccupazione per la pace ma la speranza per una pace che veda in qualche modo Putin vincitore. Probabilmente più per ritagliarsi il ruolo di mediatore che per tornare ad allinearsi come suo interlocutore ed alleato.
Che al governo interessi poco il concetto di sicurezza comune, che dipende largamente dalla credibilità, lo si era capito da come la nostra sicurezza nazionale è stata lasciata ai margini su diversi fronti.
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