L'incontro con le controparti algerina, tunisina e libica è servito a ribadire l'autonomia del ministero dell'interno, per non dire proprio distanziamento, rispetto a dinamiche prettamente politiche e potenzialmente poco produttive per i dossier trattati.
Si tratta di un grado di indipendenza importante nel caso il ministro cambiasse idea a proposito di una sua eventuale discesa nell'arena politica.
Il viaggio odierno del premier italiano era in parte orientato a reclamare autorevolezza in campo internazionale in quella fetta di mondo che dovrebbe avere l'Italia come punto di riferimento principale.
Aveva come target l'elettore che nella bandiera di Pescara e nei viaggi del presidente trova riscontri concreti alle azioni di governo.
Risulta interessante la postura del capo dell'AISE che pare poco intenzionato a prendere le distanze. Con una buona dose di sano pragmatismo, che gli permette di non sottrarsi alle indicazioni di Belloni e Mantovano e allo stesso tempo di soddisfare gli interessi dell'agenzia, riesce a navigare con il vento in poppa tra CASA e Benghazi.
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