« au moment où les Américains ont peut-être une vision plus nationale des contestations − suprémacisme blanc, fusillades à répétition, complotisme −, il ne faut pas qu’ils oublient ce qui pour nous apparaît en Europe comme la première menace : le terrorisme sunnite »« une menace endogène de personnes sans réseaux mais qui, se radicalisant, passent à l’acte en quelques heures, en quelques jours (…), quelqu’un qui prend un couteau, rentre dans une boulangerie et va tuer des gens ». « il y a le risque exogène, des gens de l’extérieur organisés qui viennent en France faire un attentat du type Bataclan » francepresse (le monde)
“We literally played back to them: ‘You have got to change your brand. What do you want to call yourselves besides the YPG?’ With about a day’s notice they declared that they are the Syrian Democratic Forces.”“I thought it was a stroke of brilliance to put democracy in there somewhere. But it gave them a little bit of credibility.” General Raymond Thomas 2017
E infatti se oggi Assad siede nel club degli Arabi che contano, è anche grazie agli americani che hanno avuto la brillante idea di trasformare un gruppo terroristico in un piccolo esercito della salvezza.
Il terrorismo si trasforma a seconda di come lo si maneggia.
Nessuno ha mai sostenuto che il terrorismo di matrice sunnita e islamista, ha in fondo ragione il giovane emiro quando sottolinea che l'islamismo non è tutto uguale, è stato sconfitto o neutralizzato (espressione usata dalla stampa turca per caratterizzare le operazioni del MIT). In Europa è stato sviluppato un valido sistema di prevenzione e contenimento, grazie alla collaborazione tra comparti antiterrorismo e agenzie d'intelligence (a Darmanin è sfuggita questa fase), che lo ha messo per il momento all'angolo.
L'importanza di avere avuto Lamberto Giannini a capo della polizia, assieme a Diego Parente a capo della polizia di prevenzione (uno che ha stroncato una rete di reclutamento di quel PKK che tanto piace a certa politica di casa nostra), sta nel fatto che l'antiterrorismo in anni passati tornava utile a raccogliere consensi attraverso la paura.
Il prefetto Giannini ha dimostrato che chi combatte l'eversione interna e il terrorismo internazionale è anche capace di amministrare e dirigere un corpo di polizia facendo da tramite in maniera imparziale con l'interlocutore politico.
L'arrivo di Vittorio Pisani, più che un ritorno all'antico di quella polizia antimafia e anticamorra tanto cara sia alla destra che alla sinistra, è il simbolo delle sinergie tra intelligence e forze di polizia senza le quali non si costruisce un sistema di sicurezza solido. Il passaggio all'AISI ci restituisce un poliziotto, e soprattutto un uomo, consapevole delle sfide da affrontare. Un capo di polizia di tutti.
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