domenica 12 settembre 2021

Nei sogni di un terrorista


  ...le aree controllate dall'Esercito Nazionale sono ancora impantanate nel caos che causa problemi di sicurezza e rischio di instabilità sociale e politica. Nel governatorato di Idlib la situazione è differente. Aleppo Agosto 2021



Sono stati spesi molti soldi, sono morte molte persone, sia afgani che americani. Negli anni il problema è peggiorato a causa di strategie sbagliate. 

...Qassem Soleimani è andato da Putin per chiedergli aiuto. Poi è arrivato l'ISIS. ...La strategia russa si basava sui civili. Gli aerei puntavano dritto a loro. Questo ci ha causato le difficoltà maggiori e un rallentamento. Loro pensavano di chiudere in sei mesi al massimo. Ma abbiamo resistito. ...La Russia si serve della politica per portare avanti la guerra. E noi rispondiamo con le armi. Ma stiamo lavorando a programmi in grado di contrastare questo tipo di strategia.

...Sogno una Siria senza Russia, senza Iran e senza il regime. Una Siria senza invasori. 

Abbiamo contribuito alla creazione di amministrazioni che governano il territorio. C'è un popolo impegnato a portare avanti la rivoluzione e che è capace di autogovernarsi. Hayat Tahrir nel sostenerlo è parte integrante di questo meccanismo. 
...Senza educazione, sicurezza e lavoro, alla gente non rimane che partire. Stiamo lavorando ad un programma per creare le condizioni affinché i siriani fuggiti all'estero possano tornare.

I gruppi di combattenti saranno riuniti in un unico consiglio militare.

...Abdullah Öcalan viveva in Siria. Il regime ha usato YPG contro la Turchia. Anche gli americani hanno tratto vantaggio dalla persecuzione del popolo curdo e hanno ristrutturato YPG. Per noi YPG è un nemico della rivoluzione.
...passato il momento di emergenza, la Turchia è riuscita ad instaurarsi da noi in maniera organica. Non interferisce nel lavoro delle amministrazioni locali. E' impegnata sul fronte militare. C'è un legame storico, oltre che geografico, tra Turchia e Siria. Questo noi lo comprendiamo. Vogliamo lavorare per l'interesse di entrambi i popoli.

I combattenti stranieri sono parte della nostra comunità. Non costituiscono un pericolo per i Paesi di provenienza. Sono sotto la nostra amministrazione. Li proteggeremo. Non ho notizie che qualcuno dei nostri sia andato in Afghanistan. Idlib Settembre 2021


Se Nusra/HTS avesse avuto a disposizione un mediatore-inviato con direttive poco chiare e un’amministrazione americana interessata per lo più a questioni contingenti, oggi il nord della Siria si ritroverebbe con un governo di persone capaci e al di fuori delle designazioni per terrorismo. Potrebbe contare su un’economia florida sostenuta da scambi milionari in settori come petrolio, agricoltura, transiti di persone e merci, e su un sistema bancario moderno. Al centro della struttura amministrativa creata grazie al governo di salvezza nazionale, c’è il rapporto altalenante ma concreto costruito da Hayat Tahrir con la Turchia. 

Ai tavoli di Astana e Ginevra si è cercato di collocare al meglio i sostenitori di Assad. 
In questo gioco Daesh e YPG, e l’utilizzo che il regime ne ha fatto, hanno avuto un ruolo importante. La ristrutturazione dell’esercito curdo, attuata dagli americani, ha rafforzato l’ala estremista. Oggi è molto più difficile distinguere tra YPG e PKK di quanto è possibile tracciare i contorni tra Haqqani e Talebani. Agli incontri con i rappresentanti americani, tra Doha e Idlib, non si è andati oltre le esigenze del momento. 
Si tratta di uno scenario lontano da quello che ha visto protagonisti i talebani. 

Che è poi quello che Sheikh Al Joulani ha sempre voluto. Non squadre di prima e seconda serie, ma un team di collaboratori con i quali ha sviluppato una strategia per rimanere al di fuori di quei circoli di potere che avrebbero ridotto il margine di autonomia di Hayat Tahrir. 
Il richiamo alle immagini dei corpi penzolanti dagli aerei, che un giorno sorvoleranno i cieli di Siria così com’è accaduto in Afghanistan, è un gioco retorico intriso di macabra ironia che Sheikh Al Joulani sfodera nelle interviste ufficiali quando vuole indicare gli errori e l’ipocrisia degli interventi occidentali, americani in particolare, in regione.


A pochi giorni dall'intervista concessa al quotidiano turco dal capo di Hayat Tahrir, il ministro Cavusoglu si è incontrato con i rappresentanti dell'opposizione politica siriana per ribadire il sostegno del suo governo. C'è stato inoltre un altro rimodellamento dei gruppi sostenuti dalla Turchia. Alla cerimonia di presentazione del fronte di liberazione non era presente Abu Amsha. Il capo della divisione Sultan Suleyman, i cui apprezzamenti verso le parole di Al Joulani non erano stati graditi dalle altre milizie, è stato escluso dal vertice del nuovo raggruppamento.
I problemi di controllo del territorio riscontrabili nelle aree del Nord devono essere affrontati con la riunificazione delle amministrazioni.
Il riferimento di Sheikh Al Joulani ad un progetto che include una struttura per la gestione dei profughi indica che c'è la volontà concreta di integrazione. Gli scambi e i contatti con le milizie sostenute dalla Turchia vanno avanti da diversi mesi. Una volta costituito un governo unico in grado di contrastare il regime, la fuoriuscita di americani e russi dalla Siria diventerebbe realtà. Questo è il programma politico al quale sta lavorando Al Joulani per andare oltre la dimensione militare. Gli ostacoli da superare per lui, sono le aspirazioni personali e la designazione terroristica. Per Hayat Tahrir, e anche per gruppi come quello di Amsha, si presenta la necessità di un ulteriore ammorbidimento dell'orientamento ideologico.


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