Al nostro pensionato c'era una ragazza che di cognome faceva Madonna.
La figlia del migliore amico di mio padre. Il mio destino universitario era Urbino. Posto tranquillo secondo i miei. Approdai alla metropoli emiliana perché c'era anche lei.
I suoi amici si divertivano a prendere in giro la suora portinaia. Noemi da Cannole.
C'è Perla ? Urlavano al citofono. Perla chi ? Rispondeva lei.
Ma come chi ? Perla Madonna.
Quello era il massimo del divertimento.
Dopo la fuga in appartamento scoprii che la vita normale continua più o meno allo stesso modo dopo aver conquistato la libertà. E' questione di carattere. Inclinazione.
Se uno non ha pretese, rimane tale per tutta la vita.
Si può essere felici anche rincasando prima di mezzanotte.
Pozzecco, quando veniva a palazzo ai tempi d'oro della Fortitudo, faceva impazzire tutti.
Chi lo amava e chi lo odiava. Quando giocava lui, le partite diventavano una guerra.
Bastava un suo gesto per scatenare una ola o una rissa.
A me non è stato mai particolarmente simpatico. Neppure antipatico.
Mi pareva strano e basta. Ci fa o ci è. Mi chiedevo.
I nordici io me li immaginavo gente seria.
Non come noi meridionali che facciamo sempre scena.
Questo ragazzo era atipico.
Come carattere preferivo Djordjevic. Strano anche lui. Ma almeno sembrava quadrato.
L'importante alla fine è essere felici per come si è.
Pozzecco pare esserlo. Felice e contento.
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