martedì 29 settembre 2020

Tre nomi per un impero

“Deals outside Turkey are much cheaper and better than Turkish opportunities,” said Yildirim, 57, whose last purchase abroad was a port in Ecuador that his company bought for $750 million in 2016. “It is easier to deal with foreign bureaucracy than Turkish bureaucracy.” Turkofamerica 2017



Il primo contatto con i cinesi probabilmente fu all'università.
Yuksel Yildirim andò in America per imparare l'inglese e specializzarsi in ingegneria meccanica.
Studiò all'università dell'Oregon. 
Uno stato ben lontano dalla Pennsylvania. Tenne a sottolineare in una conferenza stampa quando gli chiesero delle accuse mosse da una ditta concorrente. Si trattava di insinuazioni e paure che rigettò anche all'approdo in Europa grazie ad una attività di lobby fondata su professionalità e trasparenza come ama ricordare il presidente di Yildirim Group.
In Francia riuscì a superare la concorrenza del Qatar offrendo strategia e collaborazione piuttosto che un piano di acquisizione totale.
Mentre completava il master, Yildirim iniziò ad inviare il proprio curriculum. Non ottenne risposte. Cinesi e indiani gli insegnarono il trucco. Dopo aver inserito un nome americano, fioccarono le richieste.
Delle tante storie e leggende raccontate da Robert Yuksel Yildirim, ce n'è una che ruota attorno al proprio nome. Alla nascita i genitori lo chiamarono Ismail. 
Quando la famiglia Yildirim si trasferì a Samsun, al momento dell'iscrizione a scuola venne cambiato il nome sul certificato. Yuksel interpreta questo evento come una specie di rinascita. Da bambino fu coinvolto in un incidente stradale e rimase tra la vita e  la morte per diverse settimane.

Yildirim non sembra particolarmente legato al partito e ad Erdogan.
Fa parte della delegazione di rappresentanti di aziende che accompagnano il presidente in giro per il mondo.
Il gruppo è impegnato, attraverso una fondazione, nel sociale e nello sport.
Qualche anno fa la famiglia sostenne un candidato locale di AKParti poichè era amico di uno dei fratelli. 
Yuksel appare come uomo capace di cogliere le opportunità e di costruire reti di relazioni.
Come affermato in conferenza stampa in Italia, Taranto è uno snodo centrale per la strategie commerciali nel mediterraneo.
In passato ha rifiutato collaborazioni con aziende cinesi perchè preferisce la qualità ai costi bassi. Ama il modello di lavoro americano e anche quello giapponese.
La partnership con Cosco dovrebbe appunto essere questione di opportunità.

Yuksel possiede le caratteristiche giuste per essere utilizzato come canale di raccolta di informazioni sulle mire dei cinesi. Il suo è un profilo di non facile inquadramento e costruzione. Se adeguatamente gestito, può costituire una risorsa.


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