giovedì 13 agosto 2020

The spymaster in search of a kingdom

Ma il Qatar ha ancora tanti soldi?
Questione sulla quale anche (o soprattutto) l'Italia dovrebbe riflettere.

Nella serata di ieri, dopo che da più parti si erano intensificate le richieste di dimissioni, il ministro delle finanze turco si è sottoposto ad un fuoco di fila di domande in diretta televisiva.
A detta di esperti e commentatori non è stato molto convincente.
Definire "questione interna" il crollo della lira, pare almeno poco realistico. A Idlib, dove ormai si parla e mangia turco pagando con moneta turca, i distributori di benzina sono riusciti a reggere la pressione per poche settimane. I prezzi sono ormai alle stelle.
Al di là dell'impegno economico del Qatar sui versanti libanese e turco e delle difficoltà che anche l'Emiro deve fronteggiare a causa del Covid, il dubbio sollevato dai viaggi a Doha del direttore del Mossad (almeno due dall'inizio dell'anno secondo i resoconti della stampa israeliana) riguardano la strategia di lungo periodo di Israele per la striscia di Gaza.
Netanyahu inoltre continua ad inserirsi in un panorama insidioso. Piuttosto che garantirgli l'accesso a dossier d'interesse comune, questo orientamento potrebbe peggiorare i già fragili equilibri nel Golfo. Il primo ministro deve anche confrontarsi con una guerra interna agli apparati d'intelligence israeliana di cui si parla da diversi mesi, per l'esclusiva sui rapporti con gli stati arabi e africani, che potrebbe minare stabilità di governo e Paese.

L'intervento del direttore del Mossad nell'operazione che ha riportato assieme negli Emirati una famiglia ebrea proveniente in parte dallo Yemen e in parte dal Regno Unito, potrebbe avere a che fare con il rientro in Oman di alcuni dissidenti con i quali per anni ci sarebbero state trattative iniziate sotto la guida di Qaboos e che sono andate a buon fine qualche settimana fa.
Si tratta di una storia che adesso alcuni di loro negano dopo i fasti da social iniziali, ma i cui contorni sono compatibili con il corso avviato da Haitham e che ha fatto registrare il silenzio di Abu Dhabi dopo che per diversi anni avrebbe sostenuto in vario modo quei soggetti.
Yossi potrebbe avere mediato per una pace temporanea beneficiando dell'aiuto dell'Oman che ha basi solide sia in Gran Bretagna che in Yemen.
Ancora una volta Mohammed bin Zayed ha acceso i fari sul suo regno fatto di tolleranza e coesistenza. In attesa di sistemare le cose nella terra della regina che si piegò al volere di Allah.

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