lunedì 21 ottobre 2019

Quando sotto casa gli hanno sparato

Assuring the two Egyptian detainees in Qatar, Abu Hashima said that "the political leadership and all the state institutions and the Egyptian people are standing with you. Your dignity is part of our dignity. You have been subjected to a clear injustice despite your honorable history, and your right will not be wasted." Egypttoday

Quello veramente messo male in questa vicenda di frode-spionaggio, è probabilmente il libanese. In patria al momento hanno altre questioni di cui occuparsi.
Il fervore con cui si è espresso Abou Hashima, nel corso di una intervista la cui trasmissione sarebbe stata bloccata in Qatar, è comprensibile. La sua scalata al successo è stata sempre molto chiacchierata e motivata dai buoni rapporti con il regime e con gli apparati di sicurezza.
L'inchiesta della procura di Al Marri lo inchioda come uomo degli apparati d'intelligence piuttosto che come semplice pedina. Cosa che deve avergli procurato un contraccolpo non indifferente per le sue attività, spingendolo così a questa uscita in pubblico per dare la sua versione dei fatti.
Risulta interessante il taglio patriottico-umanitario con il quale ha sostenuto la causa degli egiziani detenuti in Qatar. Al Sisi ha evidentemente capito che l'immagine di uomo forte non basta più per rimanere al comando.

Nessun commento:

Posta un commento