Con una particolarità tutta dell’intelligence: una volta entrati tutti sono sullo stesso livello, gradi e titoli si azzerano, perché nessuno è mai stato prima nei Servizi.
E fare squadra significa anche essere tutti sullo stesso piano.
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Poi però c'è anche l'incontro-scontro con gli anziani.
L'intelligence è un comparto d'elite. Ciò non esclude un approccio di tipo pratico.
Allo stesso modo in cui noi musulmani pensiamo alle differenze come occasione di confronto rispetto ai differenti madhab abbracciati, o alla complementarità piuttosto che subalternità quando si parla del ruolo e dei compiti assegnati alla donna rispetto all'uomo specie in ambito famigliare, così alle giovani reclute dei servizi bisogna trasmettere il concetto di pluralità e diversità come fonte di arricchimento e scambi. E se anche ci dovessero essere competizione e scontri, che questi siano organici all'obiettivo comune. Il bene del Paese.
Il corso impresso dai nuovi vertici della sicurezza nazionale si va delineando con un'impronta sempre più moderna ed incisiva quando si tratta di promuovere il brand intelligence italiana. Pare altresì aver colto positivamente, e in maniera equilibrata, l'asse di collaborazione lanciato in particolare nelle ultime settimane dalla presidenza del consiglio.
Altra caratteristica dell'intelligence è l'adattabilità.
Vedremo nei prossimi mesi se vi saranno esigenze ed interlocutori nuovi in ambito di governo.
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