giovedì 28 marzo 2019

Il generalone e il principino

La cattiva qualità delle immagini non ufficiali spesso aiuta meglio a capire l'essenza dell'evento.
Quello tra Marshal Haftar e Mohammed bin Salman è una specie di incontro tra sfigati.
MbS ancora per molti mesi dovrà accontentarsi di un ruolo di secondo piano, almeno sotto il profilo mediatico, in attesa che le acque si calmino sul fronte Khashoggi e che la diplomazia saudita riesca a convincere gli interlocutori internazionali storici del fatto che il presente e il futuro della leadership reale sono legati indissolubilmente all'erede al trono.
Haftar si è presentato ad Abu Dhabi con un bottino pesante (il Sud e i suoi pozzi) che ha fatto subito capitolare anche il granitico Sanalla, incontra gente (reali e politici europei) e lascia credere di poter conquistare Tripoli in maniera agevole e duratura. E non solo per vie militari.
La realtà è che è frenato dai suoi stessi sostenitori e ci ha abituato alla fragile realtà dei suoi proclami.
Questa dovrebbe essere la ragione per cui l'Italia, piuttosto che per esigenze legate alle tematiche politiche cavalcate dall'attuale governo come sostengono i commentatori internazionali, pare ignorarlo e lo lascia cuocere nel suo brodo.

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