Manai non risulta nemmeno tra gli le persone arrestate ieri mattina dalla Digos. E questo nonostante le accuse rivolte da Yakoubi agli inquirenti – se confermate – siano estremamente gravi. Si può quindi ipotizzare che le Digos di Roma e quella di Latina, in seguito alle verifiche compiute, nutrano alcuni dubbi sull'attendibilità dei racconti del tunisino. ilfoglio
Il problema è che non si può collaborare con un giornale e contemporaneamente sostenere che della verità ai giornalisti non importa nulla. Che oggi serva di più pubblicare il falso del vero.
Questo è inaccettabile e intollerabile, non solo per me ma per tutti quelli che lavorano qui. Facciamo il nostro lavoro con passione e con professionalità e la gratuità delle tue parole di ieri ci ha fatto male. mario calabresi
Odifreddi si è dato la zappa sui piedi da solo chiedendosi come mai il Papa continui ad accettare di incontrare il dottor Scalfari.
Perché in fondo il gioco gli conviene. O meglio conviene al suo entourage mostrare un pontefice che, pur non ricorrendo agli estremismi del predecessore, ogni tanto dà una scossa.
Tra la notizia vera e propria e le fake news c'è una zona grigia che Repubblica pratica spesso e volentieri per risvegliare l'attenzione. Soprattutto quando si tratta di inchieste giudiziarie sul terrorismo di matrice fondamentalista.
La rielaborazione dei fatti più che il commento.
Un anziano signore che ha il privilegio di fare quattro chiacchiere con il Papa ha anche il diritto di riferirle come le ha capite lui.
E in un Paese dove di terrorismo moderno, che comprende la galassia islamica, i giovani e Internet, poco se ne capisce, se il ministro dell'interno sostiene che il decreto va a colpire la progettualità, allora il giornalista poco esperto capisce che c'era in preparazione un attentato.
Salvo poi essere smentito dal dirigente di polizia di turno.
Che non è lo stesso che forse gli aveva dato l'imbeccata.
Al di là della notizia, o di come la si porge al lettore, alla fine ci sono i fatti.
Avichay Adraee non è solo un ottimo conoscitore della lingua araba e un abile utilizzatore dei social media. Conosce a fondo situazioni e persone. Sa che linguaggio deve parlare a seconda dell'obiettivo da raggiungere.
Ci sono missioni impossibili come quella presentata dall'occasione della marcia del ritorno, per le quali si prende la sua buona dose di insulti e prese in giro, ma anche volte in cui in tanti (musulmani innanzitutto) gli sono grati per averli messi in guardia dalle manipolazioni di estremisti di vario tipo. Dagli Hezbollah ad Hamas.
L'Italia ha storia e problematiche diverse da quelle di Israele.
Difficile anche mettere a confronto i rispettivi apparati di sicurezza.
Le recenti inchieste sollevano dubbi sul modo di procedere di investigatori ed intelligence.
Manai era ben conosciuto, e dicono anche apprezzato in qualità di rappresentante della comunità, da Questura e prefettura.
Un altro giovane, Icaro Masseroli, aveva forse frequentazioni che potremmo definire borderline. Ma essere a contatto con qualcuno non significa necessariamente partecipare ad attività criminali. L'espulsione dall'Egitto è da inquadrare nel rapporto che il regime ha con i gruppi salafiti che Masseroli avrebbe frequentato. Dalla sua presenza social non sembrano emergere criticità. Anche i video di Cerantonio sul canale Youtube non erano del tipo di quelli che lo hanno portato ad essere considerato un estremista. Masseroli risulta essere attivo nell'assistenza ai migranti e nel dialogo inter-religioso. I testi di Daesh da sempre suscitano curiosità e possono risultare utili per imparare se si accantona il messaggio ideologico che trasmettono. A meno che non esistano dati ancora resi noti, l'impressione è che ci sia ancora molto da lavorare per investigatori e magistrati sul piano della conoscenza del fenomeno.
E' bene che si tengano lontani da lobby e think tank di grido con relativi esperti e studenti ancora meno esperti. Una selezione più accurata dei docenti ai convegni e ai corsi di aggiornamento è necessaria per affinare le tecniche investigative e non incorrere in errori che rischiano di rovinare, assieme all'impatto mediatico, la vita delle persone.
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