Non si capisce se vada da Putin o dai suoi troll televisivi.
L'Emiro ha colto la palla lanciata dal presidente della commissione affari esteri iraniana.
Boroujerdi, dopo la nomina di Bolton e l'incriminazione di un gruppo di hackers riconducibili al Mabna institute che lavora per il governo e avrebbe eseguito furti di dati per conto dell'Irgc, ha lanciato una sorta di appello a fare fronte comune con Russia e Cina.
In realtà era abbastanza prevedibile che un inasprimento delle politiche verso il Qatar e l'Iran avrebbe spinto in questa direzione. L'orientamento soft di Tillerson e McMaster era teso a scongiurare uno scenario del genere.
Bolton tra l'altro sembrerebbe realmente intenzionato a fare la guerra all'Iran per realizzare un regime change. Soluzione scellerata se si tiene in considerazione che gli iraniani per primi non vogliono un cambio di governo. Di certo non orchestrato dall'Occidente. Senza l'appoggio della popolazione si rischia un disastro. E gli interlocutori preferiti dal nuovo consigliere altro non sono che un gruppo terroristico. Il MEK. Dietro il bel sorriso di Mariam Rajavi ci sono loro.
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