Alle medie c'era questa insegnante d'inglese che come tutte quelle che ho avuto nel corso di studi mi adorava perchè ero l'unica appassionata della materia.
Una volta mi approfittai della fiducia.
Dava sempre gli stessi compiti. Testi da tradurre da libricini facilmente reperibili in libreria. A Pescara c'erano colossi del genere scolastico dai quali attingevo. Costantini e Fortuna.
Avendo intuito in anticipo quale sarebbe stato il testo da tradurre lo trascrissi su un foglietto messo accuratamente in tasca e lo copiai di sana pianta.
Pur essendo con il banco in prima fila riuscii agevolmente nel compito. Come da previsioni lei teneva d'occhio le file più indietro.
Da secchiona di materie letterarie venivo sempre consultata dai compagni prima e durante i compiti.
Da imbranata e fifona raramente passavo foglietti da copiare.
In più ai miei tempi gli insegnanti non erano fessi. Separavano i banchi e transitavano di tanto in tanto per controllare che non ci fossero passaggi atipici.
Ci sarebbe anche un motivo squisitamente etico a giustificare la ritrosia a farsi copiare.
Perchè uno che si è fatto il cosiddetto mazzo e crede nei principi di correttezza e giustizia, che almeno all'epoca erano la base fondante di ciò che veniva insegnato a scuola e in famiglia, dovrebbe sacrificarsi per chi invece di studiare si divertiva o comunque non era all'altezza?
Lo dico da ex secchiona d'inglese, letteratura e latino. Ma anche da somara di matematica, fisica e disegno. Quando chiedevo nemmeno a me arrivavano suggerimenti.
Perchè prendere altri 45 tra parenti e amici oltre al rifugiato di turno.
Posto che non si tratti di gente che vuole entrare con il sotterfugio, dare la possibilità di ricongiungimento familiare (le famiglie africane e medio-orientali sono allargate) significa favorire l'integrazione e togliere una gatta da pelare in più a quei Paesi dove andiamo ad elemosinare di mandarci il meglio e il meno che possono.
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