Al di là delle singole vicende sulle quali non v'è ancora chiarezza, almeno a leggerne sui giornali, l'errore di fondo è stato il desiderio di Pisani di coronare il sogno di diventare capo della polizia.
Ha scelto il momento sbagliato.
Si è trattato di un momento di passaggio non semplice per un blocco politico che ama classificarsi come conservatore ma che nei fatti è di destra.
Una proroga al capo di polizia in carica all' epoca avrebbe dato modo a Pisani di calibrare meglio il proprio ruolo dall' esterno per poi rientrare con modalità e tempistica opportune.
Quella al governo è una destra che fatica a maturare il concetto che il comparto sicurezza deve essere lasciato fuori da certi giochi.
Una cosa è l'enfasi sui risultati.
Altro è monopolizzare il lavoro di anni e cercare di assoggettare le strutture alle proprie logiche.
L'utilizzo politico del comparto sicurezza deve essere fatto con misura.
Pisani non è stato lasciato solo.
Ne' deve difendersi.
Suoi illustri colleghi in altri settori del comparto hanno faticato a chiudere il cerchio di questa nuova era politica.
Il cambio di postura del ministro di riferimento, rispetto agli equilibri interni al governo, ha presumibilmente influito sul suo rendimento.
Piantedosi lo ha inizialmente schermato.
In seguito, dovendo cambiare marcia e direzione, ha badato maggiormente al proprio destino.
Attualmente la guida dell' agenzia per la cyber sicurezza potrebbe essere una soluzione arrivata al momento giusto.
E Pisani sarebbe l' uomo giusto per gestire una struttura che ha evidentemente bisogno di essere ripensata e organizzata per rispondere in maniera efficace alle sfide che il Paese deve affrontare.
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