venerdì 11 marzo 2022

Nor had I time to love

La donna, nelle mail, apostrofava il Presidente del Consiglio rivolgendosi a lui come “mascalzone in cravatta peggio di un mafioso”, augurandogli di “bruciare all’inferno” . Dedicava analogo frasario al Presidente della Regione Stefano Bonaccini aggredendolo con parole come “delinquente”, “vorrei vederti in galera”, augurando anche la morte dei suoi famigliari. modena2000

Per spostarsi da Chieti nei paesi limitrofi dove insegnava, mia madre doveva attraversare un incrocio molto ampio allo scalo. La difficoltà secondo lei stava nel fatto che c'era un solo semaforo e nemmeno un vigile. All'epoca non erano ben note le competenze tra amministrazioni e dipartimenti. Il sindaco era la figura che rappresentava la città ed era presente sui giornali e in televisione. Così lei indirizzò contro di lui la sua rabbia. Scrisse una lunga lettera in cui ebbe modo di sfogare lo stress che le derivava dalla guida e dalla stanchezza degli spostamenti nelle campagne. Per mesi manifestò l'intenzione di scrivergli una lettera anonima. Sottolineava proprio il fatto dell'anonimato. Ci lavorò per settimane. Usò un linguaggio educato ma deciso. Il suo cruccio era fargli capire quanto irresponsabile fosse per un sindaco, affidare un incrocio così trafficato ad un solo semaforo. Secondo lei erano necessari almeno due vigili.
Non inviò mai quella lettera. 
Si divertiva più che altro a parlarne. A prendersela con il sindaco.
Quando scendemmo a Pescara, la vita diventò anche più complicata. In un paese di poche migliaia di abitanti, di problemi con burocrazia e bollette ce n'erano a bizzeffe. Continuò a coltivare l'abitudine delle lettere anonime non inviate. Una volta mia zia ne trovò una accanto al telefono. Era indirizzata al sindaco di Pescara. Si preoccupò e con molto tatto le chiese se avesse qualche problema particolare che la stressava in quel periodo. Le spiegò che non era atteggiamento quello, da assumere per una maestra che aveva ricevuto anche una buona educazione dai genitori. Mia madre iniziò a snocciolare l'elenco delle colpe del sindaco. I fastidi che andare in giro per Pescara le provocava. Anche quella lettera non fu imbucata.

Le personalità prese di mira dalla signora mostrano in pubblico un carattere forte la cui carica di aggressività viene ripresa ed esaltata da media tradizionali e social. Il nostro presidente del consiglio sovente presenta espressione e toni di insofferenza/rabbia trattenuta o repressa. Il che può ispirare nel cittadino ordinario una reazione simile o anche di entità superiore. 
La casistica per il momento ha mostrato che raramente questi soggetti entrano in azione. Quindi Internet rimane una valvola di sfogo.

Un altro profilo interessante e potenzialmente insidioso, che sta emergendo anche qui in Abruzzo, è quello del cacciatore di pasticche di iodio. 

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