mercoledì 23 marzo 2022

Cosa. Del resto.

Ma provarono anche a fare altro, e noi glielo impedimmo”. Cosa? “L’utilizzo di macchinari non omologati negli ospedali, per esempio. E mi fermo qui”....“Che Mosca avesse autorizzato questa


operazione per raccogliere informazioni sul Covid è vero, glielo posso confermare. Che poi volesse cercare altri dati è plausibile. Ma...”. Cosa? “Ma noi non glielo permettemmo: mettemmo al fianco della colonna russa i nostri uomini, insomma il contingente non fu lasciato mai solo”.
Vecciarelli Il Foglio

né è stato mai chiesto a noi di fare qualsiasi relazione o di ricevere alcun report sulla loro attività. Pensi: non abbiamo mai visionato alcuna lista delle apparecchiature e dei supporti sanitari scaricati dai loro aerei. Non so dirle se erano attrezzature valide o meno»....Mi risulta che i rapporti fossero tenuti da un ufficiale di collegamento indicato direttamente dal nostro ministero della Difesa, se ben ricordo un colonnello. ...e ho a lungo collaborato con lui in missioni bilaterali e internazionali. È un militare esigente e deciso. Non so se Kikot si riferisse a Shoigu o a Putin quando ci parlava del mandato ricevuto ma poco importa, noi abbiamo tenuto il punto»....Ha mai parlato di questa vicenda con il presidente Conte o con esponenti dei nostri Servizi? «Non nello specifico. Del resto, questa collaborazione con la Russia in quel tempo avveniva in condizioni di assoluta amicizia e con relazioni diplomatiche molto solide».Miozzo il mattino/dagospia

«I direttori delle agenzie di intelligence Aise e Aisi hanno assicurato che non c'è mai stata attività impropria che ha travalicato dai confini sanitari. Lo hanno riferito anche di fronte al Copasir specificando che l'attività dei russi si è svolta nei limiti e nelle forme che sono poi state concordate con le autorità sanitarie. Le insinuazioni, i dubbi e le perplessità mi sembrano assolutamente fuori luogo».Giuseppe Conte il corriere/dagospia

Secondo notizie di stampa, nel contingente militare russo inviato in supporto all'Italia nel contrasto all'emergenza sanitaria da COVID-19 nelle province di Bergamo e Brescia nel marzo/aprile del 2020, sarebbe stato presente personale dei servizi segreti russi. Tale vicenda è stata oggetto di una richiesta di informazioni al DIS e di richieste di chiarimenti durante le audizioni del Ministro della difesa e dei direttori dell'AISE e dell'AISI. Da quanto si è appreso, la missione russa si sarebbe svolta esclusivamente in abito sanitario con il compito di sanificare ospedali e residenze sanitarie assistenziali (RSA) e il convoglio si è mosso sempre scortato da mezzi militari italiani. COMITATO PARLAMENTARE PER LA SICUREZZA DELLA REPUBBLICA

L'equivoco di fondo generato dal tweet di Giorgio Gori, che per primo ha rispolverato una polemica già nota, sta nel ritenere sospetto il fatto che le missioni umanitarie possano avere una componente intelligence. Si tratta di impegni sui quali convergono diversi interessi e che quindi vengono implementati su vari piani . La macchina russa si muove generalmente compatta in tutte le sue componenti. 

Bisogna inoltre ricordare che in Russia all'epoca era in preparazione un referendum molto importante per il presidente Putin. Il dispiegamento di forze aveva una sua logica. Se pare sospetto anche l'atteggiamento bossy del capo missione, basta chiedere a turchi e jihadisti che s'incontrano con i militari russi sotto le tende del nord della Siria.

Se nulla risulta ai servizi segreti, vuol dire che non hanno ricevuto segnalazioni rilevanti e neanche un mandato dalla presidenza del consiglio. Plausibile non è abbastanza. Servono evidenze concrete che dovrebbero essere state presentate a ministri e presidente del consiglio.

L'impressione dalla stampa di questi giorni, è che quelli che c'erano (soprattutto dopo l'affaire Guerini) hanno paura che venga fuori qualcosa di strano ma non hanno idea di che si tratti. Quindi pensano a mettere le mani avanti.

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