domenica 5 gennaio 2020

Come Daesh

È questo dunque, davvero, il punto in cui siamo? Siamo stati esclusi dalle consultazione di Washington alla vigilia di una nuova fase drammatica in Medio Oriente, dove abbiamo qualche migliaia di uomini e dove abbiamo contato non pochi morti, e dobbiamo accettare di non sapere come intendiamo muoverci? Dobbiamo accettare che gli interessi che abbiamo in Iran siano una tomba anche della nostra inquietudine? O più semplicemente dobbiamo immaginare come inevitabile che saremo parte di questo conflitto senza che nessuno ci spieghi esattamente nemmeno quali sono le forze in campo, qual è la differenza fra sciiti e sunniti, e fra sciiti e sciiti, fra interessi da una parte o dall’altra? Annunziata Huffington

....targeted 52 Iranian sites (representing the 52 American hostages taken by Iran many years ago), some at a very high level & important to Iran & the Iranian culture, and those targets, and Iran itself, WILL BE HIT VERY FAST AND VERY HARD. The USA wants no more threats!
11:52 PM - 4 Jan 2020 Donald J. Trump ‏ Verified account @realDonaldTrump

Lucì,
teniamoci lontano da 'staggente.

Tra essere consultati a cose fatte e non essere nemmeno presi in considerazione, forse è meglio la seconda che ti dico.

Diglielo a Zinga.


Update
Secondo gli esperti, il Presidente si riferiva ai centri culturali usati per addestramento cyber e sviluppo di tecnologia.
Ammesso che sia così, e che lui abbia compreso il concetto, quel tweet ha fornito un potente assist ai sostenitori del regime. Fuori e dentro l'Iran.
Le azioni messe a segno dalle amministrazioni americane in medio-oriente, generano spesso nella popolazione una percezione d'ingiustizia che supera di gran lunga l'oppressione subita da parte dei regimi. L'assassinio di Soleimani è stata una mossa sbagliata. Perseverare nell'errore non migliora la situazione.

Nessun commento:

Posta un commento