Nella medesima ottica di prevenzione, è
proseguito l’impegno informativo in direzione del fenomeno degli “sbarchi occulti”,
vale a dire le traversate effettuate in elusione dei controlli per evitare l’identificazione
dei migranti e favorirne la dispersione sul
territorio nazionale. Come già per il 2017,
il fenomeno ha riguardato in primo luogo
le partenze dalla Tunisia, ove le progressioni dell’attività di ricerca hanno concorso a delineare ulteriormente attori e dinamiche
del traffico, ponendo in luce l’operatività di
una ramificata rete criminale di prevalente
matrice tunisina con basi e referenti in territorio nazionale.
Trasferimenti effettuati con analoghe modalità, e quindi da considerarsi “a rischio”,
hanno continuato a riguardare anche la tratta Algeria-Sardegna, mentre evidenze intelligence, corroborate da conseguenti operazioni di polizia, fanno stato del fatto che il
fenomeno si è replicato pure per le partenze
dalla Libia, così da aggirare il rafforzato dispositivo di controllo, eventualmente con il
ricorso a “navi madre” .
Sicurezza Nazionale Relazione 2018
Tali nuovi modi di trasporto, che comunque non si sono sostituiti ma soltanto affiancati alle
pur ridotte traversate dalla Libia riguardanti centinaia di migranti per volta, hanno anche intensificato il traffico di tabacchi lavorati esteri. In numerose indagini, infatti, si è accertato che le più comode e veloci imbarcazioni provenienti dalla Tunisia trasportano contestualmente oltre che cittadini extracomunitari anche rilevanti carichi di tabacchi di contrabbando, così ottimizzando la resa
economica del viaggio.Anche dal punto di vista investigativo il fenomeno non può che rivelarsi particolarmente
complesso, innanzitutto per le caratteristiche proprie delle suddette organizzazioni che rendono
difficoltosa la loro tracciabilità. Si tratta, invero, di strutture criminali connotate da una spiccata flessibilità in quanto si adattano facilmente sia alle condizioni politiche e di mercato dei vari Paesi
sia alla reazione repressiva dei singoli Stati [che, per esempio, ha dato luogo, talvolta,
all’eliminazione del ruolo degli scafisti che viene affidato, per costrizione, a taluno dei migranti
stessi, per evitare gli arresti dei membri dell’associazione].
Corte di appello Palermo Relazione 2018
Il mio incessante e personale impegno a favore della stabilizzazione della Libia ha rappresentato la conferma del livello di priorità attribuito da noi a questa area del mondo (peraltro da me diffusamente visitata allo scopo di promuovere proficui incontri e proficue relazioni politiche). Ma il mio personale impegno non intende certamente fermarsi alla sponda sud del Mediterraneo. Intendo infatti continuare a porre massima attenzione all’Africa, sia rafforzando ulteriormente il dialogo ai più alti livelli, sia facendomi interprete in Europa del ruolo positivo che questo continente deve poter svolgere nelle dinamiche internazionali.
Dichiarazioni programmatiche del Presidente Conte
Lunedì, 9 Settembre 2019
È così dall’estate 2017, con tutti i governi che si sono succeduti.
...ora che in mare a salvare queste persone non ci sono più le navi militari, e quelle delle Ong sono quasi tutte sotto sequestro in Sicilia o a Malta, è possibile che i trafficanti abbiano ritenuto più utile tornare alla traversata con barche in legno.
intervista a Salvatore Vella la stampa 21 Settembre 2019
Il fenomeno dei barchini fantasma, come ampiamente testimoniato da organi investigativi e giudiziari, non è nuovo. E non riguarda solo Tunisia e Sicilia. Ma anche Algeria, Grecia, Calabria e Sardegna.
In questi giorni però, se ne è scritto molto poiché si è intensificato.
E' stata tirata fuori addirittura una presunta nota dei servizi che avrebbero messo in relazione il cambio di governo e titolarità del ministero dell'interno, con i picchi raggiunti in queste settimane.
Visto anche il ragionamento seguito nell'ultima relazione, è improbabile che si siano espressi in questo modo. A oggi, è piuttosto logico pensare che l'incremento del fenomeno sia proprio la conseguenza del blocco navale.
L'enfasi mediatica che ha accompagnato la diatriba sui porti chiusi ha impedito al cittadino ordinario di rendersi conto di quanto stava effettivamente accadendo. A inizio anno qualche giornale ne ha scritto, ma la questione non ha ottenuto il giusto risalto.
Il problema nel suo complesso deve essere risolto non solo affinando i metodi di contrasto, ma lavorando assieme all'Europa per favorire lo sviluppo economico dell'Africa. Bisogna tenere d'occhio le situazioni politiche interne (non solo le elezioni in Tunisia ma anche i prossimi appuntamenti elettorali in Paesi come Niger e Ruanda che svolgono un ruolo attivo nei meccanismi di accoglienza dei migranti) e individuare le aree in cui operare per garantire lavoro, prosperità e diritti alle popolazioni africane.
Solo così non saremo costretti a svegliarci nel momento dell'emergenza o dei picchi.
Nessun commento:
Posta un commento