giovedì 6 settembre 2018

Resistance inside

We may no longer have Senator McCain. But we will always have his example — a lodestar for restoring honor to public life and our national dialogue. Mr. Trump may fear such honorable men, but we should revere them. There is a quiet resistance within the administration of people choosing to put country first. But the real difference will be made by everyday citizens rising above politics, reaching across the aisle and resolving to shed the labels in favor of a single one: Americans. nytimes

Come protocollo esige, alla conferenza stampa dopo il bilaterale, Sua Maestà gli ha stretto la mano con un sorriso e lo ha apostrofato con un "good luck".
Trump, al quale è stata posta una domanda sul libro di Woodward, ha attaccato un sermone alla sua maniera sul fatto che si tratta di un lavoro di fantasia.
Ha parlato per tre minuti e cinquantatrè secondi.
Poi ha iniziato a parlare del bilaterale e dei rapporti con il Kuwait.
Nessuno gli ha evidentemente spiegato che al suo fianco non c'era il pescivendolo del suo rione (senza voler offendere la categoria) ma uno considerato tra i padri fondatori delle monarchie del Golfo. Quello che più di tutti sta lottando per tenere in piedi il Consiglio del Golfo e risolvere la disputa tra Arabia Saudita e Qatar con tutti i problemi che ne derivano.
Non passa giorno senza che Mohammed Bin Zayed non ne pensi una per boicottare lui e il Sultano dell'Oman.

S'era capito ormai che Trump non è un signore.
Che le sue politiche sono doppie e anche sconclusionate.
Che all'interno della stessa amministrazione c'è chi non è d'accordo con i suoi orientamenti.
Venircelo a dire in forma anonima, sul giornaletto che spesso raccoglie testimonianze di insiders, è stato una pessima forma di giornalismo e un esempio anche peggiore di servizio offerto alla nazione da un funzionario.

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