lunedì 3 settembre 2018

E poi non c'ho l'elmetto

In pratica, in vista delle elezioni che Macron ha fissato per il 10 dicembre, si sono rimessi in azione tutti i clan in lotta tra loro in Libia, è l'analisi dell'intelligence italiana. Tripoli in pratica è diventata loro territorio di conquista: occupata, quartiere per quartiere, dai clan provenienti da fuori città, da Misuraca, Tobruk e gli altri centri abitati del paese. Tutti vogliono influenzare il processo elettorale, vogliono contare, prendere il potere: come se a Tripoli non ci fosse un governo a tenere l'ordine. Come se non ci fosse al-Serraj. Questa lotta senza quartiere ha praticamente azzerato gli ultimi due anni di lavoro diplomatico del governo al-Serraj. In pratica è come se il suo governo non ci fosse stato. Tornati a due anni fa: prima cioè della nascita di un governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, un governo che facesse da contraltare al potere stabilito a Tobruk dal generale Haftar, sostenuto da Francia ed Egitto. Insomma un vero caos per l'Italia. Angelo Mauro

Ma quello che è andato con il direttore a trovare Othman che fine ha fatto ?
Almeno credo fosse parte della delegazione. Aveva la faccia da Aise.
Io ho elaborato un piano.
Azzeriamo tutti i vertici e mettiamo solo lui.
Un direttore in stile Yossi Bond.
Magari è pure intelligente.

Mi spiego adesso i resoconti annuali su Nusra/JF/HTS.
Il governo Serraj non c'è mai stato.
Se metti assieme e sostieni un governo per contrastare un altro governo sostenuto da altri (e  che altri), poi è un po' difficile parlare di riconciliazione ed elezioni.

Per fare le nomine potremmo anche chiedere aiuto a Gina.
Fantastica la lettera inviata dall'ex-capo delle operazioni esterne al direttore della Cia per chiedere sostegno all'ex primo ministro Najib.


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