mercoledì 27 giugno 2018

Going down

“We, as activists, blame the armed factions for the state of insecurity in northern Syria," Mumtaz Abu Mohammed, a media activist, told Al-Monitor. "IED and car bombs explosions as well assassinations occur almost on a daily basis. The urgency of the situation necessitates real cooperation and coordination between the armed factions in northern Syria to address the security situation, which is affecting our daily lives. Many innocent people have been killed. Although many IS members have been captured, things have not improved much, as car bombings and assassinations continue.” almonitor

L'ignoranza, o malafede, di Brett McGurk risulta evidente proprio con la rinascita di Daesh e la creazione di Hurras adDeen nel nord della Siria.
Mentre lui per mesi a tavolino costruiva la designazione terroristica di Hayat Tahrir ancora affiliata di Al Qaeda, grazie ad analisi e valutazioni false fornite da think tank e lobby interessate, Isis si muoveva verso Idlib (le mappature giornaliere hanno evidenziato come molti passaggi siano stati facilitati dalle milizie di Assad) e i fuoriusciti di Nusra hanno consolidato la propria posizione sul territorio e messo a punto una strategia con Al Zawahiri. In questo contesto Hayat Tahrir è da lungo tempo impegnato a contrastare Daesh e a difendersi dagli attacchi dei qaedisti e dei gruppi sostenuti dalla Turchia.
Un eventuale attacco per riconquistare il nord porterebbe solo caos e non eliminerebbe il pericolo profughi-terrorismo.
Nel frattempo al Sud diversi gruppi, incluso Hurras adDeen, avrebbero aderito all'appello di Hayat Tahrir per la formazione di una operation room. Shaykh Al Joulani è solito usare queste occasioni per inglobare fazioni o elementi che al termine della battaglia possono aiutarlo a ripartire con una formazione più compatta e meno orientata all'estremismo.
Questa volta però la battaglia sembra difficile da vincere.

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