sabato 12 maggio 2018

Un rebranding al giorno

Nella serata di ieri Attiya Saeed Jibril al-Shaari ha mostrato il volto per la prima volta davanti alle telecamere in occasione di un comunicato ufficiale. Si tratta del capo di un raggruppamento di formazioni islamiste di Derna che ha ricevuto l'eredità del comando delle Abu Salim Martyrs Brigades dopo la morte di Salim Derby nel 2015.
Nato per contrastare l'espansione di Daesh, il Consiglio della Shura dei Mujahedeen è in seguito diventato la forza anti-Haftar per eccellenza. E in apparenza è questo il principale motivo dell'annuncio dello scioglimento dello stesso, in vista della formazione di un gruppo più ampio che vuole avvalersi della collaborazione della popolazione per scongiurare la presa di Derna iniziata dal LNA giorni addietro.
Lo jihadismo inteso come estremismo non ha mai trovato terreno fertile in Libia. E' stato piuttosto vissuto come uno sbocco alla mancanza di alternative politiche o in reazione all'avvento di Daesh. Per questo motivo la Shura Council ha sempre tenuto a sottolineare le distanze da Al Qaeda anche se la realtà è ben altra.
I toni politici del discorso, anche di dura condanna nei confronti delle interferenze egiziana ed emiratina, hanno contribuito a sviluppare dimensioni ulteriori.
L'appello aperto alla popolazione, assieme alle dichiarazioni rese in Gennaio dal portavoce della Shura che ha tenuto a ribadire l'estraneità dei rapporti sia con Al Qaeda che con la Fratellanza e la volontà di rafforzare le istituzioni cittadine, lasciano piuttosto pensare che, oltre al contrasto all'esercito di Haftar ormai deciso a consolidare il dominio sull'area orientale, l'Esercito a Protezione di Derna sia piuttosto un modo per ripulirsi l'immagine di gruppo qaedista e introdursi nel processo di democratizzazione del Paese promosso dalle nazioni unite.
La mossa ricorda molto da vicino lo smantellamento delle Feb17 Martyrs Brigade all'indomani della designazione terroristica da parte del Gulf Quartet. Il Qatar ne ordinò il dissolvimento per alleggerire la pressione derivante dalle accuse di finanziamento.
Allo stesso modo ci potrebbe essere stato un ordine da Doha, diretto alla Fratellanza di Tripoli, per rafforzare il processo di consultazione e riconciliazione in vista delle elezioni e congelare le velleità politiche del generale Haftar.
Il Qatar ha bisogno di mantenere una sfera d'influenza in aree come quella libica e palestinese per sfruttare il proprio ruolo di mediatore e parare così i colpi assestati dagli antagonisti della disputa del Golfo.

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