venerdì 22 settembre 2017

هَذَا فِرَاقُ بَيْنِي وَبَيْنِكَ سَأُنَبِّئُكَ

Anche perché i virgolettati della pm - che riguardano l'operato di Woodcock in procura di Napoli - sono stati subito sfruttati dal Partito Democratico e dall'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi per gridare al «golpe» e accusare di «tradimento dello Stato» sia il Capitano Ultimo Sergio De Caprio sia l'ufficiale Giampaolo Scafarto. DaRold-Rinaldi

Al di là della perplessità circa la possibilità che sulla decisione di desecretare il verbale abbiano potuto influire attori esterni, non è un caso che il pandemonio sia sorto su testate che sembrano avere canali diretti con importanti interlocutori all'interno degli apparati di sicurezza e in ambienti governativi.

E' parso evidente sin dall'inizio che la vicenda mediatica, ben distinta da quella giudiziaria, è stata ideata per permettere alla politica di orientare il consenso. Ma anche l'Arma e i servizi segreti, che spesso attraversano periodi molto difficili sotto il profilo dell'immagine, hanno tratto beneficio dall'ennesima demonizzazione della figura del colonnello De Caprio.
Il successivo abbassamento dei toni, verificatosi un po' a tutti i livelli, ha mostrato come la cosa sia sfuggita di mano e forse, non era stata pianificata di comune accordo con le parti che hanno potuto sfruttarla a dovere.
Magari il ministro della difesa era un pò nervosetto a causa  della bocciatura della candidatura alla Nato del suo pupillo che con tanti sforzi aveva sostenuto, ma dopo il presunto stupro, la vicenda Consip ha fatto da classica torta per la ciliegina.
I soliti che sanno come mettere in piedi certi scenari, hanno probabilmente di loro iniziativa inteso costruire un assist che rafforzasse l'immagine dell'impianto istituzionale nel suo complesso.
Anche se ormai fuori dal governo, in fondo Renzi continua a parlare come un capo di stato.
Chi ha sbagliato pagherà !!!  Tuonava l'altra sera dinanzi alla Berlinguer in adorazione, come se fosse il capo dell'esercito di Maduro.
Rimane il dubbio, tornando a questioni concrete, se il trasferimento del colonnello De Caprio all'Aise, sia stato pensato non solo per togliere un peso al povero generale Del Sette che pare soffrirlo assai, ma per fare coincidere altre esigenze.
De Caprio è one man band. Basta un nulla per farlo scattare.
E' semplice servirsi di lui senza che nemmeno se ne accorga.
Facile creare un casus belli qualsiasi con lui in mezzo a fare da star.

L'eccessiva versatilità mentale del colonnello De Caprio impedisce di capire se aderisca veramente ad ideologie di estrema destra e se abbia accarezzato l'idea di candidarsi proprio con quel partito.
Potrebbe trattarsi anche di un semplice PR move da parte di Fratelli d'Italia.
Dalle reazioni di Meloni e La Russa non traspariva  l'entusiasmo che ci si aspetterebbe dall'acquisizione di un simile candidato nella propria scuderia.
O magari si sono mantenuti cauti in attesa di sviluppi.
E' difficile comunque che una candidatura simile sposti voti in maniera considerevole.
Quindi forse non vale la pena farsi carico dell'incombenza. Se così la si può definire.
Difficile anche comprendere che tipo di beneficio potrebbe arrivare allo stesso interessato.
Sergio De Caprio sembra essere un uomo in perenne lotta con se stesso.
Alla ricerca di qualcosa o qualcuno che forse nemmeno lui sa chi siano.
Gettarsi in altre arene potrebbe non essere la soluzione ideale.
Completare, o almeno iniziare, la sua jihad al nafs, sembrerebbe rappresentare un'opzione migliore.

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