sabato 13 maggio 2017

Al Qaeda in ginocchio

The project of the Liberation of the Sham is not an updated version of the front of the victory as was the front of the Fatah al-Sham, and not an extension of any of the old groups formed for the body .. Our project represents a transition and rise from the case of a single group ... to a project and an integrated entity that combines several shades, colors and visions within the Sunni class, which share common denominators under the umbrella of Islam and the roof of the Sunni people.  This is because they see the continuation of the jihadist revolution as a way to change and overthrow the regime.
.... We have not changed, but the project has changed, and the stage has changed, and in each case, its requirements. The children of this project must understand the nature of the stage in which they are, the nature of the project they have moved to, and the nature of the challenges.

عبد الرحيم عطون 

A poche ore dalla notizia della taglia americana su Abu Mohammed al Joulani, Sheikh al Attoun, noto per essere apparso accanto al capo di Nusra nel video in cui veniva formalizzata la scissione da al Qaeda e attualmente componente della commissione giuridica di Hayat Tahrir al Sham, ha emesso un lungo comunicato nel quale spiega la genesi e le caratteristiche della nuova compagine, rivendicandone la novità per quanto riguarda sia la composizione che gli obiettivi.
Più che una difesa di al Julani, si è trattato di un messaggio ai combattenti ad essere più compatti sul campo e soprattutto in linea con il popolo e la rivoluzione, ma anche ad al Zawahiri per difendere Hayat Tahrir dall'accusa di avere assunto connotazioni nazionalistiche tali da fare perdere l'identità religiosa. La sfida del nuovo gruppo è piuttosto quella di dare corpo alle aspirazioni dei sunniti in una realtà nuova e più complessa. E infatti Sheikh al Attoun ha parlato anche di una rappresentanza che si porrà come interlocutore nei confronti di chi vorrà aprire un dialogo con Hayat Tahrir.
Oggi invece è stato il turno del dottor Sami al Oraidi, fuggito da Nusra proprio quando si iniziò ad ipotizzare la separazione da al Zawahiri, che con la solita vecchia retorica qaedista, e sfruttando l'evento della taglia, ha invitato di nuovo gli ex-compagni ad unirsi per ridare vita alla jihad globale.
Da questi due messaggi si può intuire innanzitutto che, nonostante al Julani sia stato preso di mira, sono ancora in corso trattative con gli americani per almeno alleggerire la pressione militare su Hayat Tahrir. I sostenitori del Golfo, essenzialmente il Qatar, non transigono sul fatto che Hayat Tahrir debba essere lontana non solo dalle logiche qaediste ma anche dai personaggi che le promuovono.  E al solito è difficile decifrare, sulla sponda americana, chi tra i vari comparti governativi stia trattando ed esattamente su che cosa.
Il fronte qaedista appare allo sbando. Si pensava che al Oraidi e altri, sotto l'imput di Sheikh al Zawahiri, stesse quasi per dichiarare ufficialmente l'ingresso in campo di una al Qaeda siriana e globale più insidiosa della compagine di Bin Laden. Pare invece che i nipotini di Abdullah Azzam siano più disperati del solito.

In definitiva è comunque confermato il resoconto proveniente da più parti in Siria.
Hayaat Tahrir al Sham è molto meno al Qaeda di quanto qualcuno voglia far credere.
Non recederà mai dalla posizione di una Siria governata dalla Sharia.
Ma sia sotto il profilo politico che militare è una entità più affidabile dei vari eserciti messi assieme giorno per giorno da governi occidentali ed arabi.

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