giovedì 2 marzo 2017

Metti una sera a cena nella bettola

Di più: Russo avrebbe sottolineato a Marroni - dice ancora il numero uno della Consip agli inquirenti - come Tiziano e Denis fossero ancora «arbitri del mio destino professionale», potendo la coppia «revocare» il suo incarico di amministratore delegato della stazione appaltante: una spa controllata al 100 per cento dal ministero dell’Economia. Fittipaldi Espresso

Ma perchè Marroni avrebbe avuto paura di Verdini e di Tiziano Renzi piuttosto che del presidente del consiglio che lo aveva piazzato alla Consip ?

Il punto è questo. Si cerca un legame con Matteo Renzi che al momento sembrerebbe non emergere.
La magistratura va per la sua strada.
La stampa fa quadrato contro Matteo Renzi per non farlo arrivare alle primarie . Da Belpietro a Travaglio. L'unione fa la forza.

Allo stesso modo viene da chiedersi perchè i generali Saltalamacchia e Del Sette avrebbero deliberatamente passato informazioni cruciali alla cerchia del premier senza suo input ?
Del Sette ha dalla sua parte il ministro che abbiamo capito essere in balia dei generaloni. Si è recato anticipatamente dai magistrati per blindare la sua nomina solo sotto il profilo formale. Per non mettere il governo in difficoltà in merito alla proroga.
Il generale Saltalamacchia non è stato capace di farsi nominare prefetto quando Renzi distribuiva nomine come caramelle e nemmeno ha avuto l'accortezza di Blengini che ha sfruttato le diatribe politiche con il presidente del consiglio che non poteva piegarsi di fronte alla Lega di Stucchi. A che pro mettersi al servizio della combriccola del padre di Renzi ?
E' vero che il comparto sicurezza nell'era Renzi e oltre, si è prestato ad un ridicolo gioco di propaganda governativa. Ma l'idea che i migliori investigatori e funzionari che abbiamo, siano degli spioni alla mercè del primo offerente è poco convincente.

Nel frattempo, mentre non si parla che di questa inchiesta, la commissione antimafia manda la guardia di finanza a prelevare gli elenchi della massoneria. Queste sono le vicende che indicano che democrazia e stato di diritto in Italia sono concetti molto aleatori. Però alla stampa poco interessano.

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