martedì 7 febbraio 2017

Dove colpisce il drone

Dalla biografia ufficiale di Sheikh Abu Hani Al Masri, diffusa dopo che un drone lo ha colpito lungo il percorso tra Batabo e Sarmada, emerge una figura storica del jihadismo qaedista che si è mossa tra l'Afghanistan, la Cecenia, la Somalia e la Malesia. Dalla Bosnia dovette andare via a causa di rigurgiti nazionalisti che non vedevano di buon occhio la presenza di foreign fighters. Fu consegnato dagli Stati Uniti all'Egitto dove rimase in prigione e sotto tortura per qualche anno. Di lì poi se ne andò in Siria a combattere. Lo conoscono bene i servizi di intelligence di Turchia e Qatar che lo hanno utilizzato diverse volte come mediatore e che hanno probabilmente fornito informazioni agli americani per localizzarlo.
Parliamo quindi di un soggetto dalle grandi capacità militari e organizzative che muoveva mezzi e uomini in gran parte del mondo. Uno tra gli obiettivi preferiti dagli americani che hanno così rotto il loro patto di non belligeranza con Ahrar al Sham. E' illusorio però pensare che fatto fuori lui, l'intero impianto di resistenza in Siria verrà eliminato. La rete jihadista può contare su elementi ben addestrati che subentrano in caso di emergenza.

E infatti Ahrar, in una specie di messaggio rivolto sia alla coalizione occidentale che ad Ayat Tahrir, ha da poco reso note le cifre sulle quali può contare. Venticinquemila uomini che possono fornire un'ottima copertura per gli alleati. A questo punto a Washington dovrebbero iniziare a ragionare in maniera globale piuttosto che con una visione puramente militare.

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