venerdì 16 settembre 2016

Dismissed

«Abbiamo fatto ricorso al Tar del Lazio - aveva confermato l’avvocato -. L’Interno gli ha negato la cittadinanza perché è fratello di Anas, ma lui non lo sente da anni, è uno studente modello e vuole diventare italiano». Il «niet» del Tar, quindi, è arrivato come un fulmine a ciel sereno e l’avvocato ha già prospettato un nuovo ricorso. «Al momento la domanda è stata respinta - ha confermato - ma dovremo presentare ricorso sul merito». Insomma, il fratello di Anas paga per colpe riconosciute al fratello, diventato un vero e proprio fantasma.
brescia oggi

Altro segnale che verrà percepito dai musulmani come manifesta ostilità da parte del governo e soprattutto del ministro dell'interno.

L'avvocato Mannatrizio si è preso a cuore la vicenda di Anas sin dall'arresto.
Bisognerebbe però fare ricorso alla giustizia europea per mettere in evidenza il clima generale che si sta vivendo in Italia. Dall'omicidio stradale al bullismo, si governa solo attraverso leggi repressive che mettono a repentaglio lo stato di diritto.

Difficile capire se vi sia una norma che regola casi del genere oppure il rigetto è da considerare nell'ambito delle misure preventive atte a contrastare il fenomeno terroristico.
Il fratello di Anas è quello che più ha subito in maniera negativa l'intera vicenda, visto che all'epoca era molto giovane. Attualmente, almeno a giudicare dalla presenza social, è un giovane sano ed integrato. Studia, si dedica alla musica e ha una fidanzatina italiana.
Sarebbe interessante sapere se vi sono state precise indicazioni da parte della polizia in merito, il che vorrebbe dire che la famiglia è tenuta ancora sotto controllo, o da qualche altro organismo che ha monitorato o gestito Anas negli anni.

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