sabato 6 agosto 2016

Prendi un uomo barbuto ed uno in divisa

Se è impossibile risalire al “fenotipo” dell’aspirante jihadista, è possibile, invece, individuare i comportamenti che li accomunano. «Cambi improvvisi di stili di vita — spiegano ancora all’Antiterrorismo — come farsi crescere la barba, imporre il burqa alla moglie, picchiare le donne, sono i più importanti campanelli d’allarme da cui far partire le indagini». 
Non vanno sottovalutate, osserva un analista dell’intelligence, le analogie che si trovano nell’excursus storico del terrorismo islamista, un fenomeno che si è manifestato in Europa verso la fine degli anni Novanta drammaticamente — e non a caso — in Francia con gli attentati alla metropolitana. Allora si parlava del Gia algerino, ma già in quelle prime fasi il filo delle indagini portava in Belgio e Inghilterra. E dopo l’11 Settembre — proprio come oggi — vennero fatte numerose espulsioni nei confronti di elementi che si riconoscevano nel fanatismo di matrice qaedista e che avevano frequentato campi di addestramento in Afghanistan. «La polveriera del terrore — spiega ancora lo 007 — si alimenta da anni, ma mille condizioni non hanno favorito l’individuazione e il disinnesco di ciò cui si sta assistendo. Ciò che sta avvenendo in questi giorni (con le azioni di Lupi solitari come quello di Nizza), è estremamente diverso dal passato, pur avendo elementi di continuità. Di fatto si assiste a una deriva nichilista in cui la radicalizzazione è sempre più superficiale». Alberto custodero 6 Agosto

Il musulmano è un essere umano. Un cittadino. Un padre. Un amico. Un amante.

La religione non annulla tutte le anime di una persona.
Le tiene assieme.
I musulmani sono tutti uguali davanti ad Allah ma questa unicità non annulla le individualità.
La razza, la cultura, le inclinazioni politiche e le ideologie.
L'Islam serve a dare loro un senso.
Ma quando il senso viene perso a priori allora la religione fa da maschera.
E nel caso dell'Islam la maschera è una sua interpretazione estrema e falsa.

Mohammed Game ha rappresentato un fallimento per la prevenzione come asseriva Claudio Galzerano ?
Considerato il periodo no.
Allora il terrorismo era incarnato dall'uomo barbuto. Quello che non alza lo sguardo verso una donna se non è sua moglie. Quello che non stringe la mano ad una donna. Quello che non beve e non fuma.
Game era un musulmano libico che viveva in Italia. Uno che faceva le sue battaglie così come ci si aspetterebbe da un fanatico di sinistra, un no tav, un brigatista.
Aveva bisogno di casa e lavoro. Lo ha chiesto alle istituzioni. Lo ha chiesto attraverso i giornali.
Gli hanno risposto picche. Allora ha chiesto all'Islam.
Quello radicale però.

Ci si aspetterebbe mai da un poliziotto che questo inveisca contro la Boldrini, gli immigrati e i musulmani ?
Considerato il periodo si. Eppure se tutti quelli che sono stati messi sotto inchiesta si fossero nascosti dietro profili fake e software anonimizzanti, forse la polizia stessa sarebbe rimasta sorpresa di scoprirli colpevoli.
Perchè è un fascista che vuoi, per dire certe robe. Uno violento. Ignorante.
Eppure anche il poliziotto è un uomo che riesce a sfogare i suoi istinti e il malumore solo in determinati modi.

Multifattoriale.

E' questa la chiave di lettura e forse la soluzione al problema.
Cambi improvvisi ok. Ma bisogna andare oltre.
Bisogna studiare le persone. Comprenderle a fondo. Comprendere le ragioni della loro rabbia.
Per questo c'è bisogno di poliziotti e agenti segreti più preparati e addestrati.
Di analisti versatili. Intelligenti . Che sappiano fare camminare il cervello in più direzioni e all'occorrenza riportarlo indietro.

Basta con la storia del cyber e dei mediatori culturali.
Lasciamo fare antiterrorismo a chi l'antiterrorismo lo ha fatto già e ha bisogno di comprenderne l'evoluzione.
Questa guerra è qui per rimanere e cambierà in maniera sempre più veloce.
Serve elasticità per combattere.

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