lunedì 11 luglio 2016

Uno chef a Damasco

Der Chef des italienischen Auslandsgeheimdiensts AISE, soll sich mit syrischen Regierungsvertretern und Präsident Baschar al-Assad in Damaskus getroffen haben.In Italien hat die Nachricht über den Besuch von Manenti in Syrien für Unruhe gesorgt. Stefano Maullu, Abgeordneter der Partei Forza Italia, sagt, dass die Regierung das Parlament unverzüglich über die Details des Treffens unterrichten müsse. “Hat Manenti alleine oder im Auftrag von Renzi gehandelt?”,deutsche-wirtschafts

Veramente la cosa strana di tutta questa storia, è che ce la siamo filata in quattro gatti.
Tra i politici hanno commentato la Santadechè e Maullu.
Ora è vero che nessuno in Italia ha una preparazione specifica su queste tematiche, ma se un capo di servizio va a trattare la fine della guerra chiedendo in cambio aiuto per arginare il fenomeno Daesh, quando fino al giorno prima un fantomatico alto dirigente dell'Aise e il direttore della divisione antiterrorismo della polizia di prevenzione avevano dichiarato che siamo in una botte di ferro perchè i nostri agenti sono in mezzo ai tagliagole e polizia e Ros hanno la situazione sotto controllo, suona strano anche che a livello internazionale si muova giusto il Telegraph.
E' anche vero che mettere sul tavolo una mediazione targata Mogherini farebbe sbellicare dalle risate pure il più sfigato dei dittatori africani. L'accordo con l'Iran lo hanno portato a casa sua eccellenza bin Alawi e sua maestà Qaboos. Gli altri hanno fatto il selfie finale.
Questa storia continua a puzzare di bufala.
A meno che non si tratti  di iniziativa molto ristretta e non in vece dell'unione.
Attendiamo dichiarazioni del governo o dei servizi.
Qualcuno avverta il prefetto Pansa che il direttore del Dis a questo punto dovrebbe intervenire.

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