lunedì 23 maggio 2016

Di ritorno dalla Persia

Due fattori potrebbero aver spinto gli americani ad accelerare la stretta su mullah Mansour. Il precipitare della situazione in Afghanistan, che dovrebbe suggerire ad Obama di ritardare il ritiro delle truppe, e la consapevolezza che il doppiogiochismo dei pachistani non costituisce di certo un valore aggiunto allo scricchiolante tavolo dei negoziati.
Il mistero che avvolge le modalità con cui sono state reperite le informazioni per localizzare il comandante talebano e il monito, per di più pubblico, rivolto dal generale Raheel Sharif al primo ministro pachistano affinchè risolva al più presto la questione dei Panama papers, sono solo alcune delle ragioni alla base della rabbia che ha indotto alla convocazione dell’Ambasciatore americano.
L’Isi dovrebbe essere già al lavoro assieme alla rete degli Haqqani per cercare consensi, e in breve tempo, attorno ad un nome in grado di coagulare i talebani. Compito non facile che li vede opposti all’azione di Daesh. E’ in questo contesto che i generali di Obama potrebbero avere sbagliato i propri calcoli. Mettere il Pakistan con le spalle al muro potrebbe rivelarsi un boomerang.

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