giovedì 7 gennaio 2016

Esagerazioni balcaniche

«Quello dei Balcani è un Islam sereno, più culturale che religioso, di origine ottomana e quindi sotto certi aspetti laico», specifica Punzo. 
Insomma, il radicalismo è solo una parte di una corteccia la cui permeabilità, eventualmente, è data più da un quadro socio-economico non stabile che dalla diffusione della religione islamica.unitatv

L'Islam di cui parla Punzo pare molto vicino a quello promosso da Kadyrov.
Una specie di sufismo che unito ad una buona dose di nazionalismo e tradizioni caucasiche dovrebbe allontanare lo spettro del terrorismo. E invece il salafismo e le bombe continuano a fare breccia nei villaggi e tra le montagne.
In Italia è difficile far passare il concetto che la religione alla fine è l'ultimo problema.
In questi giorni sono stati scritti trattati sulle lotte interne tra sunniti e sciiti. Pochi lettori di giornali hanno compreso che tutto ruota attorno a questioni energetiche e finanziarie.
Di certo non al numero di preghiere giornaliere o alle pittoresche processioni degli sciiti.

In effetti da un pò di tempo a questa parte in Italia si tende a spingere sull'acceleratore della paura per tutto quanto concerne il terrorismo di matrice balcanica. Si tratta di una tendenza iniziata a Settembre dal direttore del Dis il quale nel corso dei suoi giri tra conventi ed università ha messo l'accento sul fatto che la rotta balcanica preoccupa più di quella del mediterraneo e che comunque anche una eventuale risoluzione del conflitto siro-iracheno non frenerebbe l'ondata di profughi nè ridurrebbe il rischio di attentati su suolo europeo.
Nelle settimane successive gli ha fatto eco il capo della polizia che piazzava il pericolo balcanico un pò in tutti i suoi interventi fino al forum di Roma spalleggiato dall'onnipresente direttore di Europol. Ciliegina sulla torta sono stati gli auguri natalizi del presidente Mattarella al contingente militare italiano nel Kosovo. Nel discorso c'è stata una sottolineatura non sfuggita ai giornali sull'incremento del numero di foreign fighters provenienti da aree già molto provate. Probabilmente un diversivo ideato dallo staff presidenziale per ridurre l'impatto della notizia della grazia concessa ai sequestratori americani che sarebbe stata resa nota qualche giorno dopo in prossimità del Natale.

Il problema è che i paesi balcanici continuano a beneficiare di finanziamenti, mezzi e uomini senza alla fine poter garantire molto in cambio. Fanno un'operazione ogni sei mesi esultando come se avessero catturato Bin Laden. Ci mandano il loro pubblico ministero d'assalto Campara per tenerci buoni. Accolgono con piacere le sortite di Lamberto Giannini. Ma non c'è niente da fare. Complice la corruzione e le diatribe politiche continuano a produrre terrorismo. Va da se che il buon De Stavola, in questi giorni impegnato con missive anarchiche, ripete all'infinito che le espulsioni sono una sorta di elisir di lunga vita. Come non dargli ragione ?

Spostare la percezione dell'asse del terrore dal nord Africa ai Balcani può risultare utile al governo per muovere una contro-offensiva efficace nei confronti dei fascio leghisti. Le operazioni di polizia e il monitoraggio da parte dei Ros sembrano schermare abbastanza bene il nord Est.
Verrebbe a scemare anche la pressione forse eccessiva sui Paesi del Maghreb. Non passa mese senza che un dirigente di polizia o dei servizi marocchini rilasci un'intervista dichiarando come il loro lavoro sia di grande aiuto per l'Europa. Questo per un verso allontana lo spettro delle incursioni americane in zona che costituiscono più un elemento di disturbo che di supporto vero e proprio e dà all'Italia la possibilità di gestire al meglio la questione migratoria ai tavoli di trattativa europea.

Insomma questa manfrina del pericolo balcanico inscenata sui media italiani pare essere necessaria e vede anche la partecipazione di esperti e funzionari degli apparati di sicurezza.
Difficile dire quanto e come incida in concreto sulla lotta al terrorismo.


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