venerdì 22 gennaio 2016

Connecting the dots il più velocemente possibile

«Una collocazione impropria - spiega a Repubblica una fonte qualificata della nostra intelligence - perché la cybersicurezza ha bisogno di una governance a parte». La mossa di Renzi, se si concretizzerà, va in questa direzione: scorporarla dall’ufficio del consigliere militare e metterla nelle mani di uno di sua stretta fiducia, quale è Marco Carrai, il quale fungerà da coordinatore di tutte le informazioni “in chiaro” dei servizi segreti. Vuol dire che si troverà sicuramente a maneggiare dati sensibili, ma che non arriveranno a lui i rapporti “strettamente confidenziali” di Aise e Aisi.

Ma tra i suoi compiti ce n’è uno che attualmente confligge non poco con il profilo professionale di Carrai: «Acquisire informazioni - anche da operatori privati che forniscono reti pubbliche di comunicazioni o che gestiscono infrastrutture critiche - in merito ad incidenti significativi di violazione di sicurezza o perdita di integrità».fabio tonacci

In buona sintesi di questo dovrebbe occuparsi il centro che verrà affidato a Marco Carrai.
Condurre nel minor tempo possibile analisi integrate sui dati acquisiti dalle varie agenzie e comparti investigativi .
Si tratterebbe di una struttura simile al Cyber Threat Intelligence Integration Center istituita con decreto presidenziale da Obama nel Febbraio dell'anno scorso e che dovrebbe entrare in fase pienamente operativa entro la fine di quest'anno. Il centro è incorporato nel national directorate of intelligence quindi risponde direttamente a Clapper e a dirigerlo è stata chiamata proprio pochi giorni orsono Tonya Ugoretz che è un'ottima analista proveniente dall'Fbi. In America il sistema di intelligence è talmente vasto e articolato che non si è presentato il problema di scardinare la nuova struttura dal resto. Il più grande limite del CTIIC è proprio quello che essendo stato pensato interamente come ente governativo per il momento non ha i mezzi sufficienti a relazionarsi con il settore privato. Quindi il lavoro che svolgerà è di per se già incompleto in partenza.
Il conflitto di interessi di Carrai è alla fine un buon segno. Vuol dire che abbiamo un progetto concreto e completo. Come ribadito dal presidente del consiglio, dovrà liberarsi di tutte le sue attività.

Io credo che Matteo dovrebbe spiegare alle varie  componenti delle forze di polizia e a parte dell'intelligence, che sono poi quelli che hanno attivato in maniera poco opportuna la resistenza infernale condotta dalle opposizioni politiche, di quale grande opportunità si sta parlando. Se all'indomani dell'undici settembre è stato sufficiente instaurare delle efficaci unità anti-terrorismo, oggi il pericolo cyber impone un ulteriore passo avanti. La minaccia cibernetica si sviluppa in maniera molto variabile e veloce. Non è più sufficiente il lavoro fatto dalle unità preposte all'interno dei singoli comparti investigativi. Bisogna attualizzare tutti i discorsi sull'information sharing fatti dopo ogni grande attacco terroristico. Una agenzia di coordinamento è l'unica risposta valida e non deve spaventare gli operatori del settore. L'alternativa sarebbe il potenziamento di quelle esistenti che è più macchinoso che creare un nuovo coordinamento. C'è bisogno di un forte incentivo alla collaborazione. Come sottolineato dal funzionario dei servizi intervistato da Repubblica, la struttura di Carrai non cercherà informazioni ma analizzerà in maniera integrata e veloce quelle che le verranno messe a disposizione. Non si tratta di informazioni sensibili.
Questo lavoro non è una interferenza ma un supporto a quello di difesa della sicurezza nazionale svolto da tutti i comparti investigativi interessati.
L'indipendenza di questo ufficio e il fatto che sia diretto da un esterno che alla fine rende conto alla presidenza del consiglio è di fondamentale importanza per il funzionamento di tutto l'apparato.

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