domenica 4 ottobre 2015

Quelle espulsioni un pò così

È quello che ho detto anche alla polizia che mi ha fermato al porto di Civitavecchia: se quelle cose così terribili sono vere, perché non mi mettete subito in carcere? Perché mi rimandate al mio Paese? Praticamente sono stato accusato di essere un terrorista. Di cose gravissime. Ma io non ho mai fatto niente di male, ho solo portato avanti la mia missione religiosa. (...) il giornale di vicenza

Per questo le indagini della Digos non sono finite e sono stati informate non solo le questure di altre città, ma anche i colleghi della zona di Marsiglia. Perché se è vero che il leader salafita de “La guida retta” non è accusato di aver commesso azioni eversive né tantomeno di tipo terroristico è altrettanto vero che adesso le forze dell’ordine vogliono vederci chiaro e capire che persone frequentasse.il giornale di vicenza

Ci sono due questioni che il ministro dell'interno deve chiarire.

Innanzitutto come è possibile che dei bambini nati e cresciuti qui e le loro famiglie non fossero al corrente che la musica è parte dei programmi scolastici e che la cosa rappresenta un ostacolo alla loro integrazione.
Che l'ascolto della musica sia proibito nella religione islamica è un fatto.
Che non tutti seguano la regola o per lo meno non alla lettera è un'altra faccenda.
In linea di massima se si accetta che i musulmani professino la loro religione, bisogna si chiedergli di aderire alle norme generali che regolano la vita della società italiana ma bisogna anche fare in modo che non rinuncino alle proprie tradizioni.
Come è possibile che gli insegnanti siano venuti a conoscenza di questo problema solo nel bel mezzo di una lezione e in una maniera così bislacca ? Nemmeno nelle aree rurali dello Yemen o del Pakistan i ragazzi comunicano il proprio diniego a gesti.
In Paesi come l'Inghilterra e l'America i genitori vanno a scuola per illustrare la problematica agli insegnanti e se necessario se ne discute assieme al preside e agli altri genitori.

Pare che quest'uomo fosse in Italia da dieci anni e più.
Come è possibile che si siano scoperte solo adesso e in maniera casuale non solo l'impostazione giurisprudenziale che seguirebbe in materia di religione ma anche il fatto che fosse inserito in circuiti terroristici ? Perchè si è ricorsi per l'ennesima volta all'espulsione mentre questo sembrerebbe essere un caso da inchiesta giudiziaria ? Non si capisce la fretta apparente avuta nel chiudere la faccenda.
Il ritorno di quest'uomo in patria è un pò come la rendition di Abu Omar.
Sottrae un personaggio che sembrerebbe essere chiave per una serie di filoni di indagine.
E' vero che adesso siamo nell'era di internet quindi eventuali suoi movimenti e connivenze sono perfettamente tracciabili ovunque egli si trovi.
Però a ormai quasi un anno dall'entrata in vigore del decreto antiterrorismo pare che si ricorra quasi esclusivamente allo strumento delle espulsioni.
Da un lato si mortifica lo stato di diritto perchè pochi hanno le risorse finanziarie per fare ricorso. Dall'altro non si permette agli apparati investigativi di studiare a fondo lo sviluppo del fenomeno terroristico che in Italia è molto differente rispetto a quello in atto negli altri Paesi e di perfezionare gli strumenti di prevenzione e repressione.

Questo caso dovrebbe costituire l'occasione per ascoltare in audizione pubblica il ministro Alfano, il capo dell'antiterrorismo e i direttori dei servizi.
Si ha l'impressione che non solo  non ci sia l'osmosi tanto declamata da Galzerano ma che si navighi nel buio più completo.

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