mercoledì 30 settembre 2015

La partita sulla stampa

The Bangladesh Cricket Board (BCB) is aware of Cricket Australia (CA)’s decision to delay the arrival of the Australia Cricket Team to Bangladesh for a two-match Test series. The BCB understands that this decision was based on the level of safety and security in the latest travel advice of the Department of Foreign Affairs & Trade (DFAT) of the Australian Government for its citizens. It may be noted that the DFAT advisory is a general indicator for Australians planning on travelling abroad and the current security and safety level for Bangladesh is similar to other countries of the region. 
bangladesh cricket board 26 settembre 2015

La circostanza non è naturalmente sfuggita agli apparati di Intelligence, che ad una prima analisi tendono a considerare la pubblicazione della foto "un tentativo surrettizio di cavalcare la popolarità del pontefice indicando una figura simbolica nel tentativo di aggregare il più vasto numero di persone possibile. Non si tratta -precisano all'Adnkronos fonti qualificate- del preannuncio di un'azione. Qui siamo nel campo della propaganda contro coloro che vengono definiti i nemici dell'Islam, una sorta di 'benedizione' rivolta ai cosiddetti 'cani sciolti' più che un progetto di azione concreta".
adnkronos

A integrazione del post precedente sull'omicidio del nostro connazionale in Bangladesh va ricordato che sia gli Stati Uniti che la Gran Bretagna fino al giorno dell'accaduto non avevano emesso bollettini di allerta perchè non vi erano motivi particolari per farlo.
Il che non significa che la situazione del Bangladesh sia paradisiaca ma che le criticità del passato sono in un certo qual modo sotto controllo.
Ragion per cui bene ha fatto il nostro ministero degli esteri a seguire lo stesso orientamento.
Tanto più che una situazione di allerta non ha solo connotati generali ma deve essere strettamente collegata ai rischi che un viaggiatore corre a causa della propria nazionalità ovvero a seconda degli interessi e del ruolo che il proprio Paese svolge nell'area in cui egli si reca.
E infatti attorno al 25 settembre il governo australiano ha fatto presente alla propria squadra di cricket che sarebbe stato rischioso andare a giocare la serie in Bangladesh. La stampa ha parlato di un allarme specifico nei confronti dei cittadini australiani. Si può ipotizzare che esso sia legato all'intenzione di Abbott di iniziare i bombardamenti aerei in Siria e alla complessa situazione del proselitismo locale e dei foreign fighters.
La federazione ha avviato contatti con la controparte che li ha rassicurati sulle misure di sicurezza che sarebbero state messe in atto per tutto il periodo delle partite. Addirittura promettevano che sarebbero state organizzate secondo i protocolli in uso per una visita di capo di stato.
Evidentemente non convinti gli australiani hanno annunciato che per il momento non sarebbero partiti. Tutto ciò si è verificato tra il 26 e il 28 settembre.

L'ultimo numero di Dabiq uscito più di una settimana fa e passato in disamina dalle maggiori testate americane proprio perchè pubblicato per l'anniversario dell'undici settembre e in concomitanza con il viaggio del papa, era totalmente incentrato sulla contrapposizione tra musulmani buoni e musulmani cattivi. Per cattivi si intendono ovviamente i cosiddetti moderati e i qaedisti.
La foto in cui compariva il papa con un mufti serviva a stigmatizzare i governi dei Paesi musulmani o a maggioranza islamica che sono aperti a scambi e collaborazioni di tipo commerciale e militare con i governi occidentali.
Secondo Dabiq (classica retorica dei fondamentalisti) questi si servono delle guide religiose per convincere la popolazione che il governo sta agendo in piena legittimità. In modo quindi da evitare il dissenso.
Il dialogo tra il papa e il mufti simboleggiava appunto quello che per Daesh è l'Islam cattivo.

Sui nostri giornali invece stamane si punta il dito contro il ministero e i servizi senza chiedersi se la ong avesse messo a disposizione di Tavella una scorta armata h24 e si ripesca Dabiq per l'ipotesi di attentati eclatanti. Il tutto al solito supportato dalla testimonianza di non meglio identificate fonti dei servizi.
Non si comprende se si tratta del solito copione messo a punto dalla stampa italiana per vendere meglio il proprio prodotto o effettivamente ci siano funzionari che se ne vanno in giro a spargere terrore e diffidenza nei confronti delle istituzioni.
E' uno scenario al quale il Sismi ci aveva abituato però sembrerebbe che il nuovo corso dei servizi almeno in parte voglia tagliare con il passato. Quel tipo di passato.
Un giorno il direttore del Dis afferma di essere vigile ma non allarmato. Addirittura una volta (una sola ma meglio di niente) ha assicurato che i servizi non ce l'hanno con l'Islam e i musulmani però i giorni appresso fantomatici funzionari danno prova del contrario.
E nessuno dall'ufficio stampa del dipartimento (ne avranno uno) smentisce certe notizie.
Chi c'è dietro questi giochetti ?

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