Mamma : uh mamma mia adesso tua zia non parte più per Roma e nemmeno per Milano che dice che voleva andare all'expo
Me : come mai ?
Mamma : eh hanno arrestato due dell'Isis che volevano mettere le bombe, mò s'impaura *
Me : aha, ma zia è coraggiosa. Magari ci va .
L'indagine è partita ad aprile, quando uno sconosciuto ha pubblicato numerosissimi messaggi di sostegno e proselitismo, oltre che di minaccia nei confronti dell'Italia.
Non solo hanno dimostrato la totale adesione allo Stato Islamico, anche con il proposito di partire per la Siria, ma hanno parlato tra loro di un possibile agire terroristico in Italia e discusso di possibili obiettivi, come la base militare di Ghedi, in provincia di Brescia.
Non c'è stato però un inizio di passaggio all'azione e non si è mai realizzata un'effettiva situazione di pericolo.
Niente di eclatante . Maurizio Romanelli proc.agg.Milano
Al solito nè l'Ucigos tantomeno la procura mettono a disposizione in rete il testo completo dell'ordinanza quindi è difficile comprendere quanto concreta fosse la possibilità che questi mettessero in pratica le loro intenzioni qui in Italia e in Siria.
Mi rifaccio alla casistica americana che oltre ad essere più ricca è anche più trasparente attraverso le parole dell'Fbi e dei procuratori.
A me sembra che, tenendo conto delle differenze normative, da noi manchi quell'operazione esca che consente di inquadrare la realtà dei fatti e di individuare il turning point (se c'è) tra intenzione e passaggio all'azione.
A onor del vero bisogna dire che gli sting dell'Fbi alla fine costituiscono delle vere e proprie operazioni di istigazione a delinquere però almeno si evita la solita routine del tribunale del riesame e del successivo decreto di espulsione.
* per i lettori non abruzzesi : adesso si mette paura

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