mercoledì 4 marzo 2015

Rotolando verso sud .

Ma c'è un punto, mai chiarito, nella storia del Sismi, della direzione Pollari e di Marco Mancini che sembra messo lì proprio per confermare che la "politica" e la "destra" tenevano molto a Mancini, come riferisce oggi l'onorevole Calipari. C'è la storia della bomba ritrovata nei bagni di Palazzo San Giorgio, sede dell'amministrazione comunale di Reggio Calabria. La fece ritrovare una segnalazione del Sismi firmata proprio da Marco Mancini che pure non era mai sceso più a sud di Bologna, come servizio.
corrieredellacalabria

Fascista raccomandato.
Questa è la sintesi di una vita spesa al servizio dello stato secondo le testimonianze raccolte in un libro.
Forse sarebbe anche arrivata l'ora di far partire qualche querela per fermare un gioco al massacro tanto stupido quanto inutile.
Però il fatto che i concetti sarebbero stati espressi da Calipari sbarra la strada a qualsiasi azione.

I calabresi sono fantastici.
Un giorno la raccontano in una maniera e il giorno dopo in un'altra.
Mi pareva d'aver capito dagli archivi dei giornali in rete che Mancini almeno un tempo andasse a Reggio quasi tutte le settimane. Era di casa come ha scritto qualcuno.
Ed era comunque logico visto che c'era un centro sismi in quella zona.
Per di più avrebbe fatto parte di un gruppetto di uomini che scendeva da Roma in giacca e cravatta.
Che per venire da noi al sud con la esse romagnola spinta come ce l'ha lui pure vestito elegante, ci vuole il coraggio.
In terronia non sempre certe finezze funzionano.
Se non ricordo male la storia della bomba l'ha ampiamente chiarita Minniti nelle sedi competenti.
Mai conosciuto uno sbirro di sinistra comunque.

Ma quello che mi chiedo è :
a che serve oggi ricostruire la figura di un Mancini fascista e raccomandato dalla politica ma soprattutto come si incastra con la triste vicenda di Nicola Calipari ?
Possibile che nessuno in questo Paese sia in grado di fare giustizia alla memoria di un uomo che non c'è più senza andare ad infangarne un altro che invece è ancora qua ed ha un lavoro da mandare avanti e una famiglia con la quale confrontarsi periodicamente ?

C'è questa tradizione tutta italiana dei parenti delle vittime di eventi delittuosi tragicamente spettacolari che si riuniscono in associazioni o vanno in parlamento per richiamare l'attenzione impegnandosi pubblicamente e alla fine però ottengono poca giustizia.
Non lo dico per mancanza di rispetto.
Semplicemente non capisco.
Se potessi usufruire di un pulpito privilegiato lo userei in altra maniera.
E soprattutto cercherei di non farmi strumentalizzare.





















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