mercoledì 25 marzo 2015

L'osmosi perduta. Assenze che non erano.

Per quanto ci è dato sapere, i nostri servizi segreti non hanno avuto alcun ruolo in questa vicenda. L’operazione non si è avvalsa del loro ausilio, ma piuttosto dalle forze di polizia ordinarie, cui va il merito di essere state all’altezza della situazione. Il che certifica la grande preparazione e la tenacia delle forze dell’ordine italiane, mentre lascia qualche dubbio sull’operato generale di Aise e Aisi (le due agenzie per la sicurezza della repubblica) che, sempre per restare alla cronaca, non hanno filtrato neanche i minacciosi messaggi circolati in rete, di cui gli autori sono proprio gli stessi soggetti arrestati dalla polizia.
panorama


Pensavamo che il poster boy dell'antiterrorismo fosse Vidino.
Spunta l'outsider.
Che non è uno qualsiasi.

A voler essere rigorosi la rete non è tra le priorità dei servizi.
Non quel tipo di rete.
E' la polizia delle comunicazioni che deve filtrare certi messaggi.
E infatti a proposito del documento di propaganda tradotto in italiano, ci si è chiesti come sia stato possibile che fosse rimasto in rete per così tanto tempo quando attraverso il magazine della polizia di stato eravamo venuti a sapere che fior di agenti passano i giorni e le nottate tra chat e forum d'ogni lingua e dialetto.
Evidentemente in quel momento tornava utile lasciarlo a disposizione per raccogliere il maggior numero di evidenze possibili.

Va ricordato inoltre che il magistrato non è solo quella persona contro la quale si presentano esposti per lamentarsi della lunghezza delle indagini, ma è appunto colui il quale coordina e dirige le inchieste e decide a chi affidarle.
Quella presentata in conferenza stampa stamane era praticamente la costola di una precedente legata ad Anas el Abboubi.
L'indagine avrebbe varcato i confini dell'Albania che è una roccaforte della polizia italiana e soprattutto del governo.
Lì abbiamo investito in uomini, addestramento, tecnologia. E' normale che si vedano i risultati.
Lasciano un pò perplessi i "soli" tre arresti dopo due anni di indagini e non si intravedono collegamenti corposi con la bosnia.
Con tutto il parlare o meglio lo scrivere che si è fatto di Bilal Bosnic e i viaggi di Lamberto Giannini, possibile che non spunti fuori più di tanto ?

Anch'io in passato ho manifestato proprio su questo blog alcune perplessità sulle differenti direzioni investigative che sembrano aver preso le varie forze dell'ordine e i servizi in materia di terrorismo .
Differenze che si manifestano quando i Ros portano a termine operazioni faraoniche contro cellule di neofascisti mentre sulla relazione annuale dei servizi troviamo un paio di paragrafetti dedicati alla eversione di destra.
Si tratta probabilmente di ottiche investigative diverse.
Noi ragioniamo prevalentemente in termini di polizia giudiziaria.
L'attività di intelligence è altro.
Stesso discorso quando i carabinieri al nord individuano attività di matrice fondamentalista che polizia e servizi sembrano ignorare.
E' possibile che ci sia una suddivisione territoriale e operativa sulla quale influiscono le valutazioni della magistratura in merito alle indagini da portare avanti.

D'altra parte ricordiamo sempre che Claudio Galzerano, oggi bello sorridente e tranquillo davanti alle telecamere, ci ha rassicurato tempo addietro sull'osmosi tra i lati polizia ed intelligence.

Da ricordare anche che, quando il direttore dell'Aise annunciò che la sua agenzia aveva localizzato 42 latitanti all'estero, saranno state non più di cinque testate giornalistiche a riportarlo .
E da qualche domanda posta in conferenza stampa oggi mi pare che nessun giornalista conosca veramente ciò di cui stiamo parlando.

Insomma abbattiamo le mani ai servizi e agli occhialetti di Galzerano.
E pure a quelli che rosicano e dicono che il nostro primo ministro non incontra mai il capo del Dis.

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