venerdì 6 febbraio 2015

Idee

Perché quel sequestro, allora? “Io mi sono fatto la mia idea: i talebani, ammesso che ci siano davvero loro dietro il rapimento, hanno voluto dimostrare ai servizi segreti pakistani (Isi) di poter arrivare dovunque, anche dove non erano mai arrivati prima. 
Questo episodio, infatti, ha gettato un sacco di discredito sui servizi segreti di Multan, che si sono sentiti pungere sul vivo, come se qualcuno gliel’avesse fatta sotto agli occhi”. 
Ad avvalorare l’ipotesi di Andrea, l’arrivo al compound di un pezzo grosso dell’Isi: “Due funzionari erano sempre con noi, erano addirittura simpatici, con loro parlavano di macchine italiane. L’impressione, però, è che non riuscissero a venire a capo del sequestro, così un giorno arrivò un capo”. 
I due chiesero ad Andrea di accompagnarli a mostrare al capo il compound della Welthungerhilfe: “Io non venni neppure interpellato. Lui diede un’occhiata in giro, e mi diede l’impressione di avere già capito tutto. Ma ripeto: tutto ciò non è altro che la mia idea, di notizie ufficiali non ce ne sono mai state”.
redattoresociale


All'indomani dell'attentato di Kabul del 2009 Marco Mancini mandò a dire attraverso la stampa che l'agenzia risentiva della riduzione del budget destinato ad informatori e doppiogiochisti (punto di forza della sua gestione secondo Fazzo) che sarebbero stati circa un centinaio.
Al di là della solita mossa da marpione per lamentarsi di essere stato messo all'angolo dopo la vicenda Abu Omar, c'è da credere che un Paese come l'Italia avesse bisogno di una rete di quelle dimensioni per proteggere i suoi uomini.
Rete che oggi sarà sicuramente ridotta visto che il nostro impegno è diminuito ma che dovrebbe essere ancora a disposizione oltre ai contatti con le altre intelligence occidentali.
Quindi non si capisce cos'è che non vada nel sequestro Lo Porto.
Inutile stare a pensare che la questione si possa risolvere a livello governativo.
Oltre ad una nostra politica estera molto povera specie in quella zona, tra Pakistan ed Afghanistan non possiamo parlare di governi in senso tradizionale .
Da quelle parti comandano i militari e l'intelligence che in Pakistan sono ancora pappa e ciccia con i Talebani checchè possa significare il comando dato ad Akhtar e la recente messa al bando del network Hakkani.
Il tutto fatto con le migliori intenzioni ma per il momento è solo rossetto messo per coprire le magagne.

Oggi c'è anche un' intervista al direttore della ngo tedesca che ha dichiarato che loro non dimenticano Giovanni e stanno lavorando con tutti i canali a disposizione affinchè venga liberato.
Difficile comprendere se fosse un semplice auspicio o se qualcosa si stia muovendo veramente.
Fatto sta che da quando è stato liberato il collega tedesco non è accaduto niente almeno all'apparenza.
Anche se fossero stati separati e ceduti a gruppi diversi, qualcosa dovrebbe essere saltato fuori.
La necessità del silenzio varia a seconda dei casi.
I talebani o chi per loro non sono mediatici come Daash e attualmente sono impegnati a riorganizzarsi proprio con loro quindi anche se facciamo rumore non cambia nulla.

Si può sapere che stanno combinando i nostri agenti ?

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