sabato 24 gennaio 2015

Hip hop John rispolvera il fantasma di al Zarqawi

Sajida Mubarak Atrous al Rishavi fu usata nel primo attacco suicida lanciato dagli uomini di Al Zarqawi al di fuori dell'Iraq.
Suo fratello era uno dei luogotenenti più fedeli di Abu Musab.
Nel novembre del 2005 entrò assieme al marito nell'hotel Radisson di Amman dove era in corso di svolgimento un matrimonio tentando di farsi esplodere.
Qualcoso nel giubbotto di Sajida era mal messo così lei non saltò in aria e fuggì.
Qualche giorno dopo fu catturata dalla polizia giordana.
Ci fu un processo che risultò in una condanna a morte ma che si protrae ancora a suon di appelli.
L'attentato lasciò un segno profondo nella popolazione giordana e scatenò la rabbia degli iracheni che scesero in piazza a protestare stanchi delle atrocità commesse da al qaeda in Iraq in nome dell'Islam e soprattutto dei sunniti.
Sajida venne esibita in tivvù dalla polizia come un trofeo.
Raccontò per filo e per segno la preparazione dell'attentato : il viaggio verso la Giordania, il pernottamento in un hotel di Amman, come il marito le insegnò a farsi esplodere, la corsa e l'ingresso verso l'hotel.
Quel video che era stato costruito a tavolino per scoraggiare potenziali terroristi e mostrare ai giordani quanto forte fosse il governo nello stanare i criminali, oggi si ritorce contro tutti noi.

Isis ha già provato con scarso successo e provocando le ire della famiglia della dottoressa Siddiqui sotto processo in America per tentato omicidio nei confronti di un ufficiale dell'esercito, a proporre uno scambio con un "prigioniero di guerra".
Tenta di nuovo oggi chiedendo il rilascio di Sajida al Rishavi per risparmiare la vita del giapponese loro ostaggio.
Ovvio che anche questa prova di forza non riuscirà.
Ma la richiesta questa volta è più mirata e costituisce un messaggio.
Rivendicano l'eredità di Zarqawi e si pongono come bandiera dei sunniti.
Ribadiscono che non rinunceranno tanto facilmente all'Iraq e che anzi mirano al territorio circostante.
Questo è un messaggio alla Giordania e a tutte le nazioni arabe che fungono da protettorati americani.
Giocano al rialzo.
Da un riscatto si passa ad uno scambio. Che ci potrà essere dopo ?

A questo punto tutti i discorsi su foreign fighters e lupi solitari sono inutili.
Giungono notizie preoccupanti da Yemen e Somalia :
quasi guerra civile da un lato e un attentato il giorno prima dell'arrivo di Erdogan dall'altro.
Se non si sanano queste falle, la lotta al terrorismo è un obiettivo fallito in partenza.

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