giovedì 11 dicembre 2014

Il silenzio dei colpevoli

Come era ampiamente prevedibile non ci sono state reazioni significative al rapporto Feinstein da parte dei governi alleati degli stati uniti.
Cameron nel corso di una conferenza stampa in Turchia ha manifestato quella che secondo lui è sempre stata la posizione inglese sulle torture ovvero la condanna più completa.
E ha ricordato come la Gran Bretagna avesse in passato sistemato questioni simili con la massima trasparenza.
Kwasnieski ha ammesso quanto già sapevamo grazie al procedimento dinanzi alla corte europea e che cioè la Polonia offrì in quanto alleato e palcoscenico silenzioso, il suo apporto logistico.
La Russia di Putin è rimasta in silenzio forse temendo i soliti confronti con casi del tipo Kodorkowski o Litvinenko.
Per Cina, Iran e Corea del Nord il resoconto sulle torture è stato catartico.
Hanno potuto esternare il loro sdegno in una sorta di vendetta trasversale contro la gogna subita dall'America negli ultimi decenni.

Un tema come quello delle rendition alla fine torna comodo per aprire crisi interne o puntare i piedi contro gli Stati Uniti.
Il momento attuale, con tutti i focolai sparsi per il mondo dall'Ucraina all'Iraq, non richiede ulteriori tensioni.
Quindi il rapporto Feinstein ha costituito semplicemente un motivo per fare il punto della situazione in America.
E' stata un'occasione persa per l'Europa per dimostrare quanto la nostra cultura e le nostre tradizioni possano incidere.
In Italia il caso Abu Omar è stato largamente sfruttato nel corso degli ultimi anni per battaglie politiche e mediatiche nonchè per lotte intestine nei servizi vecchi e nuovi.
Prevedibile anche da noi che non ci fossero particolari rigurgiti.
Per mettersi al riparo comunque, Massolo e Minniti hanno orchestrato il tanto atteso rilascio dei documenti sulle stragi di stato.
Da Renzi e Gentiloni non ci si poteva aspettare granchè.
C'è giusto da sperare che gestiscano la questione Libia pensando realmente all'interesse nazionale.


"Ormai non mi preoccupo più del mio lavoro, della mia carriera dopo tanti anni di servizio. Vabbe'. Quello che mi dispiace soprattutto è che questa storia possa gettare discredito sul Sismi. Non sarebbe davvero giusto, laggiù c'è tanta gente che dedica tutta la propria vita al suo lavoro". 
 Marco Mancini luglio 2006

Il fatto è che dopo dieci anni ancora tocca aprire un giornale e leggersi un articolo scritto da un tizio che evidentemente nulla sa di economia e religione ma che presenta la finanza islamica come un cavallo di troia ideato per invadere l'Europa.
Questa è la colpa maggiore di cui quel Sismi si è macchiato : l'aver creato questo tipo di cultura oscurantista che non ci appartiene.
Nessuno mette in dubbio i meriti di quegli uomini che però facevano parte di un sistema scellerato che ha marchiato l'Italia per gli anni a venire.
Massima stima e simpatia per quello che è diventato un personaggio ormai anche su questo blog, però è troppo comodo reclamare rispetto giocando a fare l'eroe dei due mondi.
Gli uomini, quelli veri e non i codardi, difendono principi e ragioni di tutti.
Non solo le proprie.
E questo Mancini lo sai bene.
Solo che non ti conviene ammetterlo.
Finchè non lo farai sarai come tutti gli altri, come il tuo ex capo.
Uno tra tanti.

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