Dalla Questura di piazza Sordello solo dichiarazioni laconiche e smentite: «Non abbiamo notizie di combattenti mantovani partiti per la Jihad». E ancora: «Non abbiamo attenzionato alcun individuo che abbia partecipato in modo diretto o indiretto ad attività legate alla Jihad».
gazzetta di mantova
«Si tratta di un fenomeno internazionale che va monitorato – dice Barbato dagli uffici di viale Roosevelt – per capire come nascono e si sviluppano queste problematiche».
«Certamente – aggiunge il capo della polizia comasca – per quanto riguarda il nostro territorio, a livello investigativo tutti sono al lavoro con la massima attenzione per capire le dimensioni del fenomeno».
corriere di como
Berrizzi sembrerebbe giornalista serio ma a rileggersi con attenzione l'articolo non vi sono effettivamente elementi concreti che sembrano provenire da indagini.
E molto di quanto scritto è parte di dinamiche e scenari ormai conosciuti.
C'è poco di veramente sensazionale.
In fondo quelli di cui si è scoperto il nome sono personaggi noti su Facebook.
Basta scandagliare tra profili e contatti come fa spesso qualche giornalista berlusconiano e conoscere indagini precedenti (quelle sugli antagonisti o su Sharia4), per costruire una storia come quella che ha fatto tanto scalpore.
Aspettiamo una dichiarazione di Alfano.
Se così fosse comunque, il giornalismo italiano avrebbe toccato veramente il fondo.
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