mercoledì 13 agosto 2014

Stime

Alla luce di quanto sopra pare pertanto poco realistica la stima fatta dal premier Haşim Thaci, secondo cui il numero totale dei suoi connazionali attualmente impegnati in Siria ed Iraq si aggira intorno a qualche decina, quando le sole cifre ufficiali (da molti ritenute estremamente basse) parlano di 16 jihadisti morti dall’inizio dei conflitti.
analisidifesa

Con massima trasparenza ed onestà un paio di giorni fa il direttore dell'Fbi ha ammesso di non potere fare una stima precisa dei cittadini con passaporto Americano presenti in Siria e in Iraq.
Ha detto che potrebbe trattarsi di decine o centinaia ma che al momento le autorità Americane non sono in grado di stabilire un numero esatto.
Possono solo ipotizzare che essendo gli europei ormai nell'ordine delle migliaia, gli Americani dovrebbero essere in numero leggermente inferiore.
Quello che preoccupa di questa dichiarazione è che fa intuire come non sia possibile nemmeno preparare adeguate strategie per combattere il fenomeno dei terroristi di ritorno visto che non si sa con esattezza chi essi siano.




Dall'Arabia Saudita giungono notizie della sempre maggiore adesione dei jihadisti all'esercito del levante di sponda irachena.
Molti sono qaedisti ma per ora si tratta di piccoli gruppi e non di un "cambio di casacca" in massa.
Ha fatto sensazione la storia del padre che con una scusa si è allontanato da casa con i due figli piccoli per poi mandare un messaggio alla moglie, annunciando la loro partenza per le zone di combattimento in Iraq.

E dai Sauditi i kosovari potrebbero imparare molto in materia di prevenzione e contrasto al terrorismo che deve per forza passare attraverso l'educazione.
Al termine del mese di ramadan nel corso di un incontro con dignitari e studiosi sua maestà re Abdullah ha ricordato loro come siano responsabili degli insegnamenti religiosi che vengono tramandati e di stare attenti alle speculazioni e distorsioni messe in atto dai terroristi.
Il ministro dell'interno ha inoltre predisposto la creazione di strutture di riabilitazione per le jihadiste.
Le donne saudite stanno assumendo sempre più un ruolo di guida nell'esortare al combattimento istigando i propri uomini alla ribellione contro il governo.
Sono molto attive su internet e nelle aree di guerra.
Seppur tardive queste mosse anti-terrorismo potranno dare i loro frutti nel lungo termine.



In Marocco invece la polizia ha arrestato un cittadino francese in cerca di jihadisti da arruolare e mandare presumibilmente nelle vicine Libia e Tunisia.
La particolarità del fermo avvenuto nel porto di Tangieri sta nel fatto che le autorità hanno accertato che il soggetto si è sempre mosso via terra evitando gli aeroporti, il che lascia intuire come sarebbe meglio rafforzare i controlli sul territorio individuando le zone critiche che potrebbero costituire il nuovo snodo del terrorismo.
La sicurezza del Maghreb lascia comunque ancora molto a desiderare perchè manca di coordinamento vero e proprio.

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