venerdì 11 luglio 2014

Fato puffo

Gli artefici della lettera non erano dei passanti: hanno potuto manipolare i documenti sull’attività del Ministero di cui erano in possesso, falsandone i contenuti, e hanno diffuso la lettera utilizzando tecnologie così sofisticate da rendere non identificabili i mittenti neanche per i tecnici della Polizia delle comunicazioni

Quel documento anonimo è stato accolto con favore in importanti redazioni che hanno così dato risalto mediatico a una realtà travisata e falsa. Tanto falsa che oggi vi sono tre direttori di testate nazionali e vari giornalisti rinviati a giudizio per diffamazione, ma questo a differenza delle farneticazioni di un anonimo sembra che non sia una notizia degna di nota
libero

Sfogo comprensibile ma anche incommentabile visto che non si conoscono le carte dell'inchiesta.
Bisogna ricordare che il prefetto Manganelli disse che il corvo era una persona ben informata.

C'è qualche lezione da imparare da questa vicenda.
Gli appalti dovrebbero essere gestiti da persone lontane il più possibile dagli ambienti delle forze di polizia e le ditte concorrenti non dovrebbero avere nelle loro orbite, cda o sicurezza, ex appartenenti alle forze dell'ordine.
Il sistema Italia ha bisogno di trasparenza.

Che i tecnici della polizia postale non siano riusciti ad individuare i mittenti, non è un granchè come indizio.
Tra i criminali della rete vi sono i migliori specialisti  reperibili al mercato nero.
Se vogliamo lasciarci andare al complottismo i presunti mandanti o colpevoli andrebbero ricercati tra le ditte che si disputavano l'appalto o tra i pretendenti alla poltrona di capo della polizia.
E poi ovviamente bisogna tenere in considerazione quali testate pubblicarono gli stralci dell'esposto del corvo.
Per una volta escluderei i servizi segreti, sia quelli ordinari che deviati.
Non è il loro modo di operare e non credo fossero interessati.
Al massimo potrebbero aver agito da mediatori.
A ben guardare oggi c'è un clima molto simile nei confronti dell'attuale capo della polizia e del ministro dell'interno.
I manovratori potrebbero essere gli stessi.

Ad una domanda il prefetto dovrebbe rispondere :
avrebbe rilasciato quest'intervista se non fosse in pensione o comunque fuori dai giochi ?

Nessun commento:

Posta un commento