A volte mentre passo in rassegna filmati con conferenze stampa ed interviste di Vittorio Pisani o faccio un cross check tra frammenti di verbali e leggo cosa pensano di lui persone che gli sono vicine, mi viene da pensare : e se ci stesse fregando tutti ?
Cio’ avviene perche’ il processo e’ costruito su basi accusatorie abbastanza solide, comprovate pero’, da lievi indizi, omissioni , intuizioni, testimonianze fragili .
Da ricerche effettuate su altre inchieste, credo sia nello stile o modus operandi del pm Amato (il vero pilastro della procura in questo frangente, per accanimento nella ricerca della verita’, che non credo sia accanimento verso Pisani o la sua squadra) che basa molto le sue conclusioni spesso, su dettagli imperscrutabili, e quindi i miei dubbi sono piu’ che legittimi .
C’e’ un 'aggravante, ed e’ il forte carisma di cui Pisani e’ dotato e che sa come sfruttare, il che rende ancor piu’ difficile un’analisi equilibrata .
Gli interrogatori dell’altro giorno ad esempio, avevano il compito di provare oltre ogni ragionevole dubbio, che il capo della mobile avesse conoscenza e solidi rapporti con Bruno Potenza, e che quindi menta al riguardo .
Ebbene la questione non verte solo sulle dichiarazioni rese dai testimoni, ma sulla loro credibilita’ .
Se da un lato emerge dalle parole di Mandato, che Pisani non conosceva effettivamente il Potenza, dall’altro abbiamo un Paparone con memoria alquanto labile e intuibilmente non sincera , che ci dice che invece questi era amico di Pisani .
E allora quando Canta ci racconta dell’insistenza di Pisani nel volere a tutti i costi avvalorare la tesi del permesso valido per piu’ eventi, viene inevitabile pensare che tale pervicacia sia dovuta a un suo probabile sodalizio di natura magari criminale con il Potenza .
E qua casca l’asino .
Va da se, che mentre si esaminano le vicende di Pisani, si tracci, o per lo meno si tenti, un suo profilo psicologico, che e’ quello di un uomo fortemente determinato a perseguire i propri obiettivi, una persona molto chiusa e scontrosa, che ha trovato nell’attivita’ investigativa, uno sbocco positivo alle sue inclinazioni naturali, cosa che gli ha permesso di conquistarsi la fiducia delle persone a lui vicine, e un posto di riguardo nella comunita’ a cui ambiva.
Quindi l’insistenza nel comprovare le sue tesi giuridiche, il prolungamento del confronto intellettuale con i colleghi su questioni normative, non va inteso tanto nel senso di aiutare un probabile amico o connivente, quanto di un esercizio naturale per lui, investigatore e ricercatore provetto .
Difficile che questa tesi sia accolta in aula, ma se confrontata con la pochezza delle prove e degli indizi esibiti dalla pubblica accusa, ha certamente pari dignita’ ed autorevolezza .
In attesa comunque di ascoltare Damiano Lisena per vedere se l’accusa e’ in grado di demolirlo , visto che la sua testimonianza sara’ sicuramente a favore di Pisani ,osservo pero', come egli sia semplicemente andato a sostenere la richiesta di Bruno Potenza in quanto persona da lui stesso conosciuta, e magari abbia chiesto aiuto al capo, di cui lui e' stato sempre fedele collaboratore, e che non gli ha negato ausilio, senza pero' uscire dagli ambiti normativi .
Pisani ha semplicemente chiesto di applicare la legge in maniera esaustiva e quando gli e' stato negato, ne ha preso atto, senza abusare del proprio potere .
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