«Fin da quando sono piccolo c’è sempre stato molto pregiudizio e penso che ci sarà per ancora tanto tempo. Lo avverti in mille casi, arriva sempre la persona che non sa nulla, viene a sapere che digiuni e lo vede come chissà quale atto di sacrificio. La cosa peggiore sono le domande banali, la maggior parte non ti chiede il motivo o il significato del digiuno», dice Kamal. Editorialedomani
Il pippone sul digiuno cattolico.
Questo mi è toccato la scorsa domenica quando sono crollata a terra per disidratazione.
Ero in una RSA di un noto gruppo imprenditoriale. In una stanza che forse tre per due è esagerato. Eravamo in sei tra pazienti paganti e parenti.
Come faccio quando il maghreb capita in trasferta ho interrotto con un dattero e un sorso d' acqua.
La stanza era surriscaldata. Mentre andavamo verso l' uscita ho perso i sensi.
Grazie a Dio ho battuto la testa e quindi mi sono ripresa.
Ho spiegato la situazione.
Tra le infermiere terrorizzate una mi ha detto che anche lei fa il digiuno ma quattordici ore le pareva troppo.
Ho cercato di spiegare che con le dovute precauzioni si può tranquillamente fare.
E che comunque era troppo caldo per uno spazio così ristretto.
È per i pazienti. Mi è stato ovviamente risposto.
Ai re delle cliniche tutto è concesso. Ho pensato io.
Alla fine il Ramadan ci si sente comunque soli.
Anche in terre di Islam dove a fronte dell' atmosfera accogliente sia il digiuno che la festa di chiusura sono occasioni a carattere familiare e tribale.
Il bello del Ramadan è che si riesce a dare un senso alla solitudine.
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