al Jolani non riesce a non inneggiare alla sharia, definendola garanzia di «immensa bontà, giustizia e soluzione sociale». Una sharia che dalla discriminazione femminile in giù risulta a dir poco incompatibile con i valori occidentali e con i modelli di inclusività politico religiosa cavalcati oggi dall'ex jihadista. Micalessin il giornale
Non era accuratamente velata.
Il velo lasciava scoperto metà del capo.
L'ossessione-distorsione dei principi del credo islamico da parte della stampa di destra.
Non è che ci dobbiamo fidanzare con Al Joulani.
Dobbiamo trattare.
Che non è questione di fiducia. Ma di conoscenza dell'interlocutore.
Un Al Joulani che almeno negli ultimi cinque anni è uscito dalla caverna da dove elaborava strategie e trattava con governi di tutto il mondo e si è messo a girare tra la gente.
Minoranze, amministrazioni, studenti.
Le suorine di Maloula hanno avuto a che fare con uno dei luogotenenti che più lo ha osteggiato e che lui è riuscito a domare.
Se lo avesse ucciso, come qualsiasi capo jihadista avrebbe fatto, ciò avrebbe innescato una serie di reazioni che avrebbero rallentato l'opera di compattamento del gruppo.
Al Joulani lo ha fatto rientrare e ne ha convogliato le intemperanze nella lotta di liberazione del nord della Siria.
Al Joulani sa perfettamente che se emettesse un ordine di implementazione del velo islamico il Paese gli si rivolterebbe contro così come avviene ancora al giorno oggi ad Idlib per motivazioni diverse.
Il vero problema è.
Il governo italiano, che non sa andare oltre le foto op con Musk e Trump, è in grado di sedersi a trattare con gli inviati di Al Joulani?
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