Il Consiglio per la sicurezza nazionale è composto dal Presidente del Consiglio dei ministri, dall'Autorità delegata, dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dal Ministro dell'interno, dal Ministro della difesa, dal Ministro della giustizia, dal Ministro dell'economia e delle finanze, dal Capo di Stato maggiore della difesa e dal direttore generale del DIS, che svolge le funzioni di segretario del Consiglio. Possono essere invitate a partecipare alle riunioni del Consiglio le autorità politiche, civili o militari competenti in ragione delle questioni da trattare. 3. Il Consiglio per la sicurezza nazionale: a) formula proposte al Presidente del Consiglio dei ministri in merito all'integrazione delle politiche interne, estere e militari relative alla sicurezza della Repubblica, in modo da consentire il più efficace coordinamento tra le autorità civili e militari nelle questioni riguardanti la sicurezza nazionale; b) esprime avviso su tutte le questioni relative alla sicurezza della Repubblica sottoposte dal Presidente del Consiglio dei ministri o dall'Autorità delegata; c) elabora la proposta di strategia di sicurezza nazionale con il contributo delle autorità politiche, civili e militari competenti». Proposta di legge 2117
Serve una figura competente ed equidistante nel ruolo di autorità delegata.
E un vertice di servizi di stampo più operativo che politico-diplomatico.
Altrimenti verrebbe a crearsi una quasi replica del consiglio supremo di difesa.
Per il momento Del Deo sembra ancora imballato nelle logiche dei palazzi.
Fittipaldi fa bene a ricordare lo scoop.
Però il clamore mediatico attorno ad una vicenda che pare tipica delle dinamiche che caratterizzano i nostri servizi, almeno per quanto racconta la stampa, ha fatto passare in secondo piano la vicenda più importante. Cioè la presunta mancata collaborazione da parte dell'AISE, e in particolare del suo capo, che avrebbe potuto mettere a rischio la sicurezza nazionale.
Di ciò non si è più parlato.
Quello delle nomine politiche dei vertici del comparto sicurezza è un fenomeno italiano.
Questo governo lo ha inasprito nel momento in cui la componente interessata ha utilizzato l'occasione per riaffermare la propria autorevolezza all'interno della compagine governativa (vd. Del Deo al DIS dopo l'affaire AISI) o per cementare i rapporti con alleati scomodi ma necessari (vd. Pisani a capo della polizia di stato).
Sarebbe ora di concretizzare tutti i ragionamenti fatti negli ultimi anni a proposito delle evoluzioni della sicurezza nazionale.
Servono proposte valide ed interlocutori consapevoli del cambio di passo necessario.
Nessun commento:
Posta un commento